Quando inizieranno a scendere mutui e prestiti dopo l’ultimo rialzo? Le nuove previsioni sono molto negative


 

di Chiara Compagnucci

 

La Bce ha preso la decisione di aumentare i tassi d’interesse come parte delle misure di stretta monetaria per contenere l’inflazione. Le conseguenze sui mutui.

La Banca centrale europea ha adottato una politica di rialzo dei tassi d’interesse, che è il nono aumento nell’arco di un anno. Questa decisione è stata votata all’unanimità dal Consiglio direttivo della Bce. Il nuovo incremento è di un quarto di punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,25%, quello sui depositi al 3,75% e quello sui prestiti marginali al 4,50%.

La Bce sta mantenendo una vigilanza costante sull’inflazione e mira a raggiungere il target di inflazione del 2%. Ma esiste la possibilità che si valuti una pausa nelle decisioni di aumento dei tassi d’interesse a settembre se l’inflazione dovesse calare. Le prospettive a breve termine dell’attività economica nell’area dell’euro si sono deteriorate, principalmente a causa della domanda debole che sta colpendo il settore manifatturiero. Dopodiché gli investimenti mostrano segni di peggioramento, rendendo la situazione economica più complessa da gestire. Vediamo allora:

Mutui, quando potrebbero scendere

Le nuove previsioni sui mutui

Mutui, quando potrebbero scendere

La Bce ha preso la decisione di aumentare i tassi d’interesse come parte delle misure di stretta monetaria per contenere l’inflazione. Questo aumento dei tassi avrà un impatto diretto sui finanziamenti a imprese e famiglie, compresi i mutui ipotecari. Oggi i tassi d’interesse sui mutui ipotecari sono già in costante aumento, con i mutui variabili che sono diventati più costosi rispetto a quelli a tasso fisso.

Le previsioni indicano che i tassi d’interesse sui mutui potrebbero stabilizzarsi non prima della fine del 2024, intorno al 4%, mentre si prevede che l’inflazione rimarrà ancora elevata nei prossimi anni: 5,5% nel 2023, 3% nel 2024 e 2% nel 2025. Ma queste sono solo stime, poiché l’andamento dei tassi dipenderà dall’evoluzione dell’inflazione e dell’economia, e le decisioni saranno prese dalla Bce.

I tassi di interesse sui finanziamenti bancari, soprattutto per i mutui variabili indicizzati all’Euribor, saranno influenzati dai tassi di interesse della Bce. oggi i mutui a tasso variabile potrebbero risultare più convenienti solo nel breve periodo. Per i mutui a lungo termine, invece, possono essere troppo volatili e incerti, come dimostrato dalle previsioni future poco favorevoli. Di conseguenza, si potrebbe optare per i mutui a tasso fisso che offrono maggiore sicurezza, anche se generalmente hanno un costo leggermente più elevato. L’inversione di tendenza ha reso i mutui a tasso fisso più vantaggiosi rispetto a quelli a tasso variabile.

Per coloro che hanno mutui a tasso variabile e si chiedono di quanto potrà ancora aumentare il loro mutuo nel corso del 2023, non esiste una risposta univoca. Questo dipenderà dalla rata iniziale del mutuo e dalla durata del finanziamento. In alcuni casi, è possibile rinegoziare con la banca la durata del piano di ammortamento per abbassare la rata, allungandola fino a un massimo di 35 anni. Per i mutui a tasso variabile con un limite massimo di rialzo (cap), invece, l’aumento massimo della rata è fissato dal contratto e non potrà superare tale limite.

Le nuove previsioni sui mutui

Dal 2 agosto 2023, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, rifinanziamento marginale e depositi nella Banca centrale europea sono stati aumentati al 4,25%, 4,50% e 4,0%, con un incremento dello 0,25%.

Se da una parte c’è chi crede che, oltre alla sospensione del rialzo dei tassi, si assisterà a una riduzione nell’ultimo trimestre dell’anno di prestiti e mutui, dall’altra c’è chi pensa tutto il contrario. Ludovic Subran, capo economista di Allianz Trade, società di assicurazioni di crediti commerciali, ad esempio, ha previsto un ulteriore rialzo dei tassi di interesse in Europa a settembre, seguito da una pausa della Bce. Secondo le sue previsioni, i tassi di interesse si manterranno fissi al 4% per tutto il prossimo anno.

Gli esperti suggeriscono di considerare l’opzione di mutui a tasso misto, come i mutui variabili con cap o i mutui a tasso misto. Queste soluzioni combinano i vantaggi dei mutui a tasso variabile con un paracadute che limita l’aumento delle rate, garantendo una convenienza immediata ma anche una certa stabilità nel lungo termine.

Per i nuovi mutui a tasso fisso, il costo nel corso del 2023 può aumentare fino al 100% rispetto all’inizio dell’anno, arrivando fino al 6%, considerando che dal 2022 i tassi sono aumentati dal 1,8% a picchi del 5%. Nel caso dei nuovi mutui a tasso variabile, l’aumento medio si aggira intorno al 60%.

Questi incrementi dei tassi di interesse influenzano direttamente i finanziamenti per imprese e famiglie, inclusi i mutui ipotecari, con la possibilità di significative variazioni nel costo dei finanziamenti e delle rate mensili. La scelta del tipo di mutuo più adatto dipenderà dalla situazione economica personale e dalle aspettative riguardo ai futuri cambiamenti dei tassi di interesse.

 

Fonte: businessonline.it/