di Anthos
L’accordo tra Regno Unito e Unione europea sul fronte Brexit è stato raggiunto. Ne hanno dato notizia ieri sia il Premier Britannico, Boris Johnson, che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che a questo punto dovrebbe scongiurare una fuoriuscita disordinata del Regno Unito dall’Unione europea. Quali effetti ci dobbiamo attendere sui mercati?
Lo scenario di un no-deal ha rappresentato spesso una fonte di nervosismo per i mercati finanziari, gli analisti tendono a concordare sul fatto che le aspettative rialziste per il post-Brexit siano destinate inevitabilmente ad essere deluse.
Attesi movimenti, invece, in campo valutario, con la sterlina che potrebbe essere spinta a quota 1,38 dollari in caso di accordo. D’altronde, il 2020 è stato un anno vissuto pericolosamente dalla valuta britannica, in un regime di «up and down» influenzato dalle indiscrezioni che trapelavano dai tavoli negoziali, tra rapide accelerazioni e brusche frenate.
L’avanzata della sterlina sul dollaro avrebbe poi un impatto diretto sulla quotazione del petrolio. L’oro nero, grazie alla debolezza del biglietto verde, attirerebbe infatti gli investitori che muovono valute straniere e, di conseguenza, è lecito aspettarsi un rialzo del prezzo nella stagione post-Brexit.
Sul piano geopolitico, gli Stati Uniti finirebbero per beneficiare dell’allentamento delle tensioni sull’asse Londra-Bruxelles. Del resto, era stato lo stesso Joe Biden – che si insedierà alla Casa Bianca a gennaio, dopo la tradizionale cerimonia di Capitol Hill – a prevedere un progressivo deterioramento dei rapporti commerciali tra gli USA e il Regno Unito in caso di no-deal.
Oltre al rapporto economico tra Unione Europea e Gran Bretagna va ripensato anche il rapporto politico tra le due entità istituzionali.