di Rosanna La Malfa
Il fondatore e presidente dell’Associazione Meter è nato ad Avola (SR) il 18 febbraio 1963.
Sacerdote dal 3 settembre 1991, dal 1995 guida la parrocchia Madonna del Carmine di Avola, di cui è Parroco moderatore dove, con un gruppo di persone animate dal suo stesso spirito, ha fondato l’Associazione Meter. È conosciuto a livello internazionale per la lotta e il contrasto alla pedofilia ed alle organizzazioni pedocriminali. Riveste importanti incarichi istituzionali: membro del tavolo tecnico dell’Osservatorio Nazionale contro la pedofilia e pedopornografia online della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità.
Abbiamo avuto l’onore ed il piacere di intervistarlo.
Dedicare del tempo a questo argomento è lodevole. Perché questa scelta?
È una domanda molto profonda perché non ho deciso di impegnarmi per la lotta alla pedofilia, alla pedopornografia e in generale alla violenza sui bambini perché mi sono messo a tavolino più di 25 anni fa, quando non se ne parlava assolutamente. Sono stati fatti ed eventi, anche della mia vita personale, che mi hanno condotto a questa scelta, anche spinto dalla mia sensibilità viva fin dall’adolescenza, dall’aver frequentato orfanotrofi con tanti bambini che avevano bisogno. Un giorno appena trentenne, giovane diacono, con l’approccio verso le nuove tecnologie, mi resi conto che il mondo di internet stava diventando sempre più lo spazio dedicato agli abusi e imbattendomi in immagini pedopornografiche, decisi cosa fare: un percorso che, inesorabilmente legato anche al mio ministero sacerdotale (io faccio il parroco da sempre), è diventato una missione, che porto avanti con impegno, con tanta energia (non sto mai fermo!) e orgoglio. Con sincera un’umiltà, vi dico che la prima mozione al mondo varata in Parlamento nel 1997, ancor prima delle leggi sulla violenza sessuale sull’infanzia e sulla pedofilia, porta il mio nome. Non è un vanto, me ne guarderei bene, ma per dire che siamo antesignani, siamo pionieri. Se non avessimo avuto questa intuizione, molte cose non si sarebbero fatte. Non ho letto un libro e ho deciso, ma sono state le tante vicende umane di molti bambini che ho accolto e ascoltato che mi hanno portato con un gruppo, allora giovane (ora sono tutti volontari e fondatori in Meter) a cominciare questa lotta che continua oggi e continuerà domani.
Secondo la sua esperienza, definire i pedofili malati è corretto? Non attenua la loro colpa o colpa non è?
Il problema è complesso. Lo definisco con una frase: <<L’essere umano è animale ma è pensante e dotato di ragione, quindi può essere perverso.>> Non esiste in natura nessun altro animale che ha la capacità di essere perverso. Significa che non solo ha dei disturbi seri legati alla personalità e alla sfera sessuale, ma soprattutto può sviluppare e sviluppa ossessività consapevole e seriale. Dunque la consapevolezza e la serialità, punto fondamentale, lo rende reato. Sarebbe semplicistico definirla attrazione che, come tutti i desideri, ha bisogno di un oggetto. Il pedofilo non sceglie ragazzi e ragazze di diciassette anni, vuole creare rapporti esclusivi con bambini prepuberi al di sotto dei 13 anni che non hanno ancora le fattezze di adulti e adulte. Esistono anche gli infantofili (quando si scelgono neonati). Questo dimostra quindi che non è un fatto legato alla malattia perché potrebbe essere identificato come un’incapacità di intendere e di volere. Anche la Cassazione si espressa in un caso, definendo la pedofilia come malattia estremamente lucida, quindi consapevole. La pedofilia non è dunque solo una perversione, ma si è arrivata a strutturare come una branca della criminalità organizzata, che preleva milioni di bambini e li mette a disposizione dei pedopornografi. Però dall’altra parte – lo dobbiamo dire – esiste una lobby culturale che pare voler giustificare il pedofilo come colui che vuole bene al bambino, come un fatto buono, come un fatto di benessere per il minore. Come vede la domanda è molto impegnativa, ho cercato di dare per quanto mi è possibile un senso. Dobbiamo stare molto vigili. Oggi si parla di <<persone attratte da minori>> come se si volesse fare un tentativo di cambiare la percezione della pedofilia. Questa formula sminuisce quasi a voler giustificare, a rendere virtuoso chi compie questo tragico e riprovevole atto.
Quando le arriva attraverso il sito di associazione meter, la segnalazione di un sito pedopornografico, qual è la prassi che seguite?
Noi abbiamo un protocollo ufficiale che seguiamo, che non è solo segnalazione alla polizia postale. Abbiamo canali anche con le forze dell’ordine polacche, francesi, neozelandesi e ci sono ed esistono protocolli stilati con moltissimi stati internazionali.
Riceviamo la segnalazione, la analizziamo. Generalmente non interloquiamo con chi ci ha inviato la mail, solo in casi sporadici e informativi. Immediatamente inoltriamo alla polizia postale nazionale o estera tutte le segnalazioni che riceve
associazionemeter.org tramite il forum. La nostra attività fondamentale è il
monitoraggio che svolgiamo da quasi trentanni affinché si aprano dei fascicoli di indagine o si blocchino i siti internet. Le possibilità informatiche di ricerca si stanno sempre più affinando ed è per questo che noi cerchiamo cooperazione e collaborazione, perché solo così si può debellare l’orrendo dramma dei siti internet pedopornografici. La Comunità Europea si espressa in tal senso con direttive importanti. Esiste l’Europol, l’Interpol che coordinano le indagini, ma tenga conto che nel mondo esistono
35 Stati che non hanno ancora una legge,
75 Stati che discutono sulla definizione di pedopornografia. Da un lato c’è l’intenzione di abbattere questo fenomeno aberrante, dall’altro c’è un rallentamento burocratico che, come dico spesso,
non fa giustizia alle vittime. Per fortuna l’Italia ha delle leggi all’avanguardia, la polizia postale fa un ottimo lavoro. In altri Stati è un po’ più complesso perché non hanno un ufficio, non sono sempre operativi come dovrebbero.
Vorrei anche dire che l’Italia è stato il primo Parlamento al mondo che ha votato una mozione contro la pedofilia, che, come le dicevo porta il mio nome, porta il nome di un Prete. Ce la prendiamo sempre con i sacerdoti, ma c’è stato e continuerà ad esserci un prete che si batte per l’antipedofilia. Sono stato il primo a lottare quando mandavo le denunce via fax, quando possedevo un computer sgangherato, quando non se ne parlava mai, quando ricevevamo minacce, quando non si comprendeva il fenomeno tragico, quando neanche la polizia postale era organizzata come adesso. Posso dire che in quasi trent’anni un prete con tanti giovani, ha fatto la differenza.
Cos’è il vostro Centro Network Polifunzionale Educativo?
Ad Avola, abbiamo la nostra sede nazionale. Abbiamo anche una sede a Pachino. In questi due centri svolgiamo delle attività. Per i bambini autistici ci occupiamo della ricerca clinica, l’assistenza, l’intervento educativo-abilitativo, la riabilitazione, la diagnosi. Al fine di educare i giovani all’uso consapevole di Internet e della Tecnologia, attuiamo progetti mirati di intervento anche presso le scuole. Diamo un servizio di attività di laboratorio per minori, per offrire loro un ambiente sicuro e di sostegno per migliorare la qualità della vita. Abbiamo la Snoezelen Room, una stanza dotata di particolari colori, luci, musiche, paesaggi, angoli morbidi, profumi, creata appositamente per i bambini con bisogni speciali. Ci occupiamo di sport, abbiamo una biblioteca, un centro per affidi ed adozioni. Abbiamo Corso di Formazione: “Nuova Pastorale Contro la Pedofilia e gli Abusi Sessuali sui Minori” anche legati alla Chiesa. Molti dicono ma cosa fa questa Chiesa? La mia Chiesa è questa e c’è per la Comunità.
Come fornite aiuto ad un bambino vittima di pedofilia?
Abbiamo un centro ascolto che attraverso empatia e competenze professionali fornisce informazioni e risposte sui problemi del disagio infantile e, in particolare, sull’abuso sessuale, fisico e psicologico, sulla pedofilia e tutte le situazioni in cui è pregiudicata l’incolumità del minore. Offre consulenza psicologica, legale, informatica, medica, spirituale e conduce attività di ricerca a carattere sociologico, giuridico, psicologico e informatico. Per portare avanti la nostra missione, usufruiamo di fondi regionali e di donazioni liberali di contribuenti privati, di associazioni e di aziende. E mi perdoni, ma ci tengo a dirlo, noi teniamo alla trasparenza, alla lealtà, all’onestà.
Pedofilia, sexting, sextorsion, fenomeni tragici. Si fa molto o troppo poco?
Sono 23 le Operazioni Internazionali e Nazionali tra il 2003 e il 2018 partite in seguito alle segnalazioni di Meter. I numeri: – 134.222 siti corrispondenti a link per più di 20 milioni di foto e video pedopornografici segnalati in diversi paesi del mondo. Dalle indagini ufficiali, dopo le nostre segnalazioni e denunce sono state effettuate (è sempre e comunque un dato parziale), spesso non è facile tenere aggiornati i numeri: – 2.639 persone denunciate – 1.066 persone indagate – 206 arresti In Italia e nel mondo. Nell’azione di aiuto alle vittime di abuso, il Centro Ascolto di Meter ha seguito 1.402 casi dal 2002 al 2017. (qui il report completo)
Questi dati ci danno l’idea di quanto sia esteso il fenomeno, tanto esteso quanto drammatico e tragico; di quanto sia necessaria un’educazione culturale nuova di rispetto del corpo di minori ed adulti, di divulgazione, di informazione, di azione. Abbiamo digitalizzato il nostro corpo: io dico che si deve fare di più, si è fatto molto in questi venticinque anni, ma credo che si debba fare di più, molto di più. Chi si occupa di pedofilia deve fare rete, stringersi insieme e lavorare per il bene dei bambini.
Quali sono i consigli che si sente di dare agli adulti verso i bambini?
Vero è che esistono i giudizi dei bambini, ma gli adulti devono imparare che esistono dei doveri, con una sorta di decalogo perché, io lo dico sempre, un bambino amato non sarà mai abusato. Una società che protegge i bambini è un deterrente per chi vuole fare loro del male. Ci vuole vigilanza da parte degli adulti verso il mondo informatico che nasconde molti pericoli, devono dare sicurezza ai figli perché devono proteggerli. Chi è amato e ama è più protetto. Ho chiesto ad un incontro con dei ragazzi: “Volete genitori protettivi o genitori indifferenti?” Mi hanno risposto protettivi; quindi hanno compreso che non devono arrabbiarsi per la rigidità dei genitori. Un genitore non può permettersi di abbandonare i propri figli. La tecnologia fa parte della nostra vita, non possiamo buttare a mare i cellulari (al mare ahimè muoiono tante altre cose, tante altre persone per altre ragioni), ma la tecnologia rimane una macchina, l’essere umano rimane essere umano. Accortezza e responsabilità: né più, né meno. Bisogna allearsi.
Dalle cose semplici, come l’Amore, il mondo può essere migliore.