PRONTO IL PNRR DA 221 MILIARDI

TLB courtesy: 30/10/2019 - Ansa|


di Antonino Gulisano

Il Consiglio dei Ministri per l’approvazione del testo definitivo del Recovery Plan italiano, previsto in un primo momento per la giornata di ieri, è slittato a stamattina, sabato 24 aprile, alle ore 10. Il testo andrà lunedì e martedì prossimi in discussione nelle aule parlamentari per poter pervenire poi, entro il 30 aprile, a Bruxelles per l’esame finale.
Il governo Draghi ha messo a punto nella sua versione definitiva, dopo un lungo iter che ha visto il passaggio parlamentare, la condivisione con le parti sociali, il lavoro dei ministeri. Resta la suddivisione del PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in sei missioni e 16 componenti e 39 azioni: ecco il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) da 221 miliardi.
Un piano da 221,5 miliardi, in gran parte (191,5 miliardi) coperti con il Recovery Fund vero e proprio a cui si aggiungono i 30,04 mld del Fondo complementare alimentato con lo scostamento di bilancio.
Il documento del Governo stima una crescita media del PIL nel 2022-26 di 1,4 punti più alta rispetto al periodo 2015-2019 e un PIL 2026 più alto di 3 punti rispetto allo scenario di base senza PNRR.
Le sei missioni e la suddivisione delle risorse:
Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: è un capitolo da 42,55 miliardi (38,25 per nuovi progetti), il 22% degli investimenti totali, in progetti di digitalizzazione della PA, transizione digitale e tecnologie innovative, banda ultralarga, internazionalizzazione, turismo e cultura. Risorse previste €43,56 mld
Tra le suddivisioni della missione digitalizzazioni si prevedo:
Reti ultraveloci per la banda larga e mobile. L’obiettivo è portarla in tutta Italia La pubblica amministrazione digitale, sviluppo di competenze digitali sia da parte dell’utenza, sia all’interno della PA,
Digitalizzazione e rafforzamento del processo civile con il superamento della disparità tra tribunali e potenziamento della giustizia amministrativa.
Rivoluzione verde e transizione ecologica: 57 mld, il 30% del totale, per investimenti in economia circolare, fonti rinnovabili, smart grid, efficienza energetica degli edifici, dissesto idrogeologico e idrogeno. Risorse previste € 57,00mld
La parte del leone della rivoluzione verde e transizione ecologica che si differenzia dalla precedente bozza del governo Conte. Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici;
Piatto forte la svolta green delle filiere agroalimentari;
Sostegno all’idrogeno, tra produzioni in aree industriali dimesse,
Stazioni di ricerca per veicoli e treni;
Trasporto locale più sostenibile;
Dissesto idrogeologico.
Infrastrutture per la mobilità sostenibile: 25,33 miliardi, alta velocità, potenziamento delle linee ferroviarie regionali, sportello unico doganale, logistica digitale. Risorse previste € 25,33
La missione delle infrastrutture della mobilità sostenibile punta sui treni:
Completamento della Salerno – Reggio Calabria;
Rete alta velocità per il Sud;
Palermo – Catania- Messina;
Taranto – Potenza, Rosarno – san Ferdinando, Benevento – Cancello;
Istruzione e ricerca: 31,88 mld: il 17% delle risorse, investimenti su asili nido e infrastrutture per l’educazione e la cura della prima infanzia, scuola 4.0, formazione insegnanti, rafforzamento discipline STEM, istruzione professionale. Sul fronte della ricerca, programmi di dottorato e filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico. Risorse previste € 32, 32 mld
La missione sulla Istruzione e ricerca punta sull’istruzione:
Creazione di asili nido con circa 228 mila posti, di cui 125 per i bambini 0-3 e circa 76 mila 3-6;
Potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive fin dalle prime classi delle scuole primarie;
Il cablaggio di 40 mila edifici;
Aumento degli Istituti tecnici –scientifici, con l’obiettivo di incrementare l’iscrizione e frequentanti il 100% fino a 18.750 allievi;
Incrementare gli alloggi degli studenti universitari fuori sede da 40.00 a 120mila, le borse di studio da 220 mila a 400mila;
Inclusione e coesione:19,12 mld (di cui 14,81): il 10% delle risorse, va a progetti per la partecipazione al mercato del lavoro, la formazione e il rafforzamento delle politiche attive. Centri per l’impiego e l’imprenditorialità femminile, servizi sociali, progetti di rigenerazione urbana per i comuni sopra i 15 abitanti e piani urbani integrati per le periferie delle città metropolitane. Risorse previste € 17,67 mld
La missione sul capitolo lavoro si punta:
Potenziamento dei centri per l’impiego tra risorse in essere e nuove;
Creazione di un sistema di certificazione della parità di genere;
Riforma delle politiche attive e alla formazione;
Creazione d’impresa femminile per il sistema duale;
Rafforzamento del servizio civile universale;
Salute: 15,63 mld, circa l’8% delle risorse, va a rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario. Progetti di assistenza diffusa sul territorio per le cure primarie e intermedie, assistenza domiciliare e telemedicina, parco tecnologico per diagnosi e cure, fascicolo sanitario elettronico, programmi di formazione per il personale medico e amministrativo, ricerca biomedica. Risorse previste € 15,63 Mdl
La missione sul capitolo della sanità punta:
Rafforzamento delle cure domiciliari fuori dall’ospedale;
Aperture di 602 Centrali Operative Territoriali (COT) per ogni distretto sanitario;
Creazioni di 381 Ospedali di Urgenza;
Creazione di 381 Ospedali di Comunità per pazienti che necessitano di interventi di bassa/media intensità clinica e per brevi degenze;
Ammodernamento digitale degli Ospedali con l’acquisto di apparecchiature di alto contenuto tecnologico, Tac, Risonanze, Acceleratori lineari, angiografi, mammografi, ecotermografi.
In conclusione il Piano approvato dal Governo e inviato al Parlamento per la approvazione entro il 27 Aprile e il 30 Aprile depositarlo alla Commissione U.E per la definitiva approvazione e l’erogazione della prima trance di risorse. Questo Recovery Plan rappresenta un Progetto di interventi strategici da essere paragonati al famoso Piano Marshall, del dopo seconda guerra mondiale, in termini di risorse e in obiettivi strategici per l’uscita dalla crisi della Pandemia del Coronavirus.
Resta ancora da sciogliere il nodo della “Governance” tra i partiti politici e le Organizzazioni sociali per un diretto coinvolgimento.
Altri nodi ancora da sciogliere nel corso della realizzazione del Piano restano le misure definite in percentuali di risorse di essere di spettanza del Mezzogiorno per Progetti strategici e il monitoraggio del cronoprogramma in itinere di realizzazione.