Professore decapitato, un nido di integralismo familiare


AGI – Il giorno dopo la decapitazione, alle porte di Parigi, di un insegnante che aveva mostrato ai suoi alunni le vignette di Maometto, la Francia è sotto choc: cerca di capire qualcosa di più sull’accaduto, di definire profilo dell’aggressore e si interroga sulla comunità cecena nel Paese.

Nella notte, nove persone, tra cui i familiari dell’assassino e il papà di uno degli alunni della vittima, sono state arrestate. gli arresti sono avvenuti nelle località di Yvelines, Conflans Saint Honorine e Chanteloup. Sono stati fermati i genitori del diciottenne, il nonno e suo fratello di 17 anni.

Ma anche il genitore di uno dei ragazzini alunni: un papà che aveva denunciato su Facebook la lezione dell’insegnante, chiedendo una mobilitazione contro quest’ultimo e il suo licenziamento dall’istituto.

Fermato anche un islamista ben conosciuto alla polizia, Abdelhakim Sefrioui, che aveva accompagnato il padre nella sua denuncia alla scuola di Bois d’Aulne a Conflans-Saint-Honorine: pochi giorni fa, presentandosi come “membro del Consiglio degli Imam di Francia, Abdelhakim Sefrioui aveva anche trasmesso un video su Youtube in cui denunciava il professore.

Si è scoperto anche che una sorellastra del padre che aveva criticato il docente si era unita all’Isis in Siria nel 2014: la donna è ancora ricercata.

Ceceno, 18 anni

Il giovane terrorista ceceno si chiamava Abdoullakh Abouyezidovich: era nato a Mosca nel 2002 e viveva a Evreux, non lontano dal luogo dei fatti. Godeva dello status di rifugiato, con un permesso di soggiorno rilasciato il 4 marzo e valido fino al marzo 2030, e non era conosciuto dai servizi di intelligence, né era mai stato condannato anche se la polizia era a conoscenza di una rissa in cui era stato coinvolto nel 2016.

Prima di aggredire il professore – il 47enne, Samuel Paty, un insegnante che aveva mostrato le vignette durante una lezione sulla libertà d’espressione – il giovane ceceno ha trascorso un pomeriggio dinanzi alla scuola, chiedendo agli studenti di indicargli la vittima.

La polizia ha anche identificato su Twitter il suo account, ora sospeso, dove il giovane aveva pubblicato un post rivolto a “Macron, il capo degli infedeli”, firmato al-Ansar: “Ho giustiziato uno dei vostri cani infernali, che aveva osato sminuire Maometto”.

La rivendicazione pronta da 5 ore

Gli inquirenti hanno trovato negli appunti del telefono il ​​testo della rivendicazione, registrata alle 12:17, e la fotografia della vittima, scattata qualche minuto prima delle 17 di venerdì.     

E adesso la Francia piange la vittima, un uomo descritto come molto amato e vicino ai suoi alunni. Mercoledì ci sarà l’omaggio nazionale all’insegnante.

“L’oscurantismo e la violenza che lo accompagna non vinceranno, non ci divideranno”, ha detto il presidente Emmanuel Macron, visitando venerdì sera la cittadina.

“E’ stato assassinato perché era un insegnante, perché insegnava agli studenti la libertà di parola, la libertà di credere e di non credere; ha ucciso un insegnante perché voleva abbattere la Repubblica, l’Illuminismo, la possibilità di rendere i nostri figli cittadini liberi”.     

L’omicidio arriva a sole tre settimane da un altro attentato di matrice islamista durante il quale erano rimaste gravemente ferite due persone di fronte all’ex sede del periodico satirico Charlie Hebdo e mentre è in corso il processo a Parigi per gli attentati contro la rivista satirica e un supermercato kosher. Una ferita che evidentemente ancora non si è chiusa. 

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Fonte: estero agi