Pressione sull'Oms perché indaghi ancora sulle origini del Covid


AGI – Diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Australia, Portogallo e Giappone, hanno chiesto all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) di continuare le indagini sull’origine del Covid-19 durante la 74a Assemblea Mondiale della Sanità, iniziata nella giornata di lunedì. Il portavoce di Washington all’evento, Jeremy Konyndyk, ha sottolineato quanto sia importante avere “una ricerca robusta, approfondita e guidata da esperti sulle origini” del coronavirus. “È importante” ha aggiunto “che, per ottenere risultati, ci prepariamo per una fase 2 su queste origini”.

Per Konyndyk “lo scopo di questa ricerca non è quello di dare la colpa a qualcuno ma, fidandosi della scienza, di aiutare tutti noi ad evitare che una simile catastrofe globale si ripeta”. Il nuovo appello arriva dopo che la prima missione dell’Oms in Cina ha sollevato più domande di quante ne abbia risolte. Una risposta definitiva sulle origini del coronavirus, infatti, non è ancora stata trovata anche se l’ipotesi della trasmissione all’uomo da parte di un animale, avvenuta nei mercati della città cinese, rimane quella più plausibile.

Gli esperti, il 29 marzo, hanno concluso che la trasmissione all’uomo da un animale ‘intermedio’ è un’ipotesi “molto probabile” e hanno dichiarato che un incidente di laboratorio, tesi fortemente sostenuta dall’ex presidente americano Donald Trump, rimane al contrario “estremamente improbabile”. La Cina, che ha sempre negato quest’ultima possibilita’, è stata accusata per mesi di aver ostacolato la missione d’inchiesta e di aver accolto la commissione di esperti con estremo ritardo.

Il capo della delegazione a Wuhan, Peter Ben Embarek, ha già sottolineato che uno dei problemi principali è stata la messa a disposizione da parte di Pechino dei dati necessari, anche per motivi di privacy, per comprendere meglio come il virus si è diffuso nel mondo. Nelle ultime dichiarazioni, Embarek ha aggiunto di “star lavorando per risolvere la questione dell’accesso ai dati nella fase 2 dello studio”. Da allora, però, l’Oms non ha fornito alcuna informazione sui progressi fatti dallo studio.

Source: agi