Il pranzo di Pasqua seguito dalla gita fuori porta con pic-nic o grigliata mettono a serio rischio di guadagnare qualche etto di troppo, se non peggio, considerando anche colomba e uova di cioccolato. Ecco allora qualche trucco facile da seguire per affrontare la due-giorni «pericolosa» senza ansia e in modo semplice.
I piatti del pranzo di Pasqua in genere sono più elaborati del solito per cui è consigliabile contenerne le quantità: va bene mangiare, ma le porzioni devono essere ridotte. E naturalmente sono da evitare assolutamente i bis.
Non saltare i pasti precedenti: se ci si siede a tavola completamente digiuni si rischia di mangiare di più e male. Quindi è bene non rinunciare alla colazione, in caso di pranzo di Pasqua, o a un pranzo leggero, in caso di cene pesanti per evitare così le abbuffate.
Si sa, mangiare lentamente è un consiglio che vale sempre. Ma durante cene e pranzi delle feste è ancora più importante: questo piccolo accorgimento ci permette di assaporare con più gusto le varie portate del pranzo e di raggiungere prima il senso di sazietà che ci fa dire «basta».
Se siamo i padroni di casa, mentre prepariamo le nostre portate, evitiamo di condirle con troppo burro, panna, besciamella e altri intingoli ricchi di grassi saturi. Per aiutarci a dare sapore ai piatti sfruttiamo le spezie ed erbe aromatiche, aceto e succo di limone. Per le cotture, il vino è perfetto. Se vogliamo aggiungere salse, meglio la senape della maionese. Se siamo ospiti, cerchiamo di non abusare di intingoli e sughi, anche evitando di fare la «scarpetta».
Le bevande zuccherate gassate e gli alcolici si traducono (anche) in calorie. Con un bicchiere di vino introduciamo 100 kcal, con una lattina di bibita gassata 140 kcal che si aggiungono al pasto della festa.
A Pasqua le scelte dolci sono più d’una, tra uova di cioccolato e colomba. Meglio concentrarci solo su una tra tutte e ricordandoci che proprio in questo caso è ancora più importante non fare il bis e non continuare a mangiare i dolci avanzati nei giorni seguenti.
Non è non mangiando per tre giorni che recuperiamo la forma persa: il digiuno fa bene se controllato, ma mette a rischio di ulteriori abbuffate se fatto sull’onda dell’urgenza a compensare. Meglio approfittare degli eventuali giorni di vacanza per inserire belle camminate, mezz’ora ogni giorno può essere sufficiente per perdere gli etti guadagnati… senza stress.
Fonte: Redazione Salute de “Il Corriere”