Più risorse e nuove idee per le imprese


di Xavier Mancoso

La primavera astronomica ha già fatto ufficialmente il suo ingresso lo scorso 20 marzo, con l’equinozio verificatosi alle 10,37, ora italiana. Però fa ancora freddo e quella che ci aspetta è di certo una primavera molto difficile per gli italiani per i clima sociale ed economico che va facendosi tempestoso.

Il timore per il vaccino Astra Zeneca sembra essersi attenuato e siamo tornati ad assistito a lunghe file davanti ai centri vaccinali fin qui istituiti, salvo in Lombardia dove il sempre magnificato sistema sanitario regionale è andato in tilt lasciando la gente a casa e i luoghi per le vaccinazioni vuoti.

L’arrivo delle forniture di siero procede ancora a singhiozzo, nell’attesa dei milioni di fiale promessi, aspettiamo che il multimedagliato generale Figliuolo riesca a prendere in mano il coordinamento di una campagna vaccinale uniforme in tutte le regioni e che organizzi meglio il servizio.

Intanto gli imprenditori, soprattutto i piccoli imprenditori e il popolo delle partite IVA è rimasto molto deluso dalle disposizioni del decreto Sostegni. Un’insoddisfazione giustificata.

Dall’anno scorso e fino al 2022 lo Stato italiano ha avuto il via libera dall’Europa per fare extra-deficit, ed è stato chiamato al governo quel Mario Draghi del “Whatever it takes”, “Tutto ciò che è necessario”, “Costi quel che costi”. È l’ora di spendere – ha detto Draghi – quast’anno dobbiamo dare, non chiedere agli italiani. Per il futuro si vedrà, il patto di stabilità europeo non potrà tornare ad essere quello di prima.

E allora facciamo un po’ di conti: nel 2020 lo scoppio della pandemia ha portato per le imprese italiane una perdita valutata dall’Agenzia delle Entrate in oltre i 300 miliardi di fatturato.

Se sommiamo le risorse stanziate per contributi a fondo perduto dai precedenti decreti Ristori del governo Conte e dal Decreto Sostegni di Draghi, arriviamo appena a 22 miliardi di euro: una cifra che copre, dunque, meno del 7% del fatturato perso dalle attività economiche nel solo 2020, del tutto insufficiente a coprire i costi fissi.  

Peraltro questi soldi, assolutamente insufficienti, arriveranno, se tutto va bene, nella seconda metà di aprile e resta totalmente scoperto il primo trimestre del 2021, che ha visto peggiorare ancora di più la crisi delle imprese, che ormai sono allo stremo.

A questo si aggiunge la beffa dello stralcio delle cartelle esattoriali di cui tanto si è parlato ma, alla fine, si è risolto in una bolla di sapone. Draghi si ritrova stretto tra le polemiche di chi gli rimprovera l’aver fatto ricorso a un condono e le categorie produttive che si sentono prese in giro, visto che il condono riguarda in massima parte cartelle esattoriali già prescritte, con un limite d’importo molto basso e con un tetto di reddito irrisorio per le imprese.  

Speriamo che la primavera porti presto i suoi tepori e, con essi, nuove risorse e nuove idee.