Piano Pandemico, perché il funzionario dell'Oms non si è presentato dal pm 


AGI – Francesco Zambon, il funzionario dell’Oms a cui il numero due in Europa dell’organizzazione, Ranieri Guerra, avrebbe chiesto di cambiare la data del piano pandemico, era stato convocato dai pm di Bergamo per essere sentito come teste ma non si è presentato. Lo apprende l’AGI da fonti qualificate dalle quali si viene a sapere anche che l’Oms non avrebbe fatto sapere a Zambon della convocazione.

I magistrati che indagano sulla gestione della pandemia nella provincia più colpita dal coronavirus avevano inviato la richiesta di ascoltarlo all’Oms perché Zambon, in quanto suo funzionario, gode dell’immunità diplomatica. Poi, spiegano queste fonti, sarebbe spettato all’organizzazione avvisarlo della convocazione, cosa che non sarebbe avvenuta.

È la seconda volta che Zambon viene chiamato come persona informata sui fatti ma non si presenta, come ha più volte detto ai media di voler fare, perche’ non viene avvisato. Nelle settimane scorse, la procura ha chiesto al ministero degli Esteri di informarla se sussista un ‘divieto a testimoniare’ per gli appartenenti all’organizzazione. Al momento non ha ancora ricevuto una risposta.

Zambon era stato convocato ieri per testimoniare dal pool di magistrati guidati dal procuratore Antonio Chiappani. Nelle mail svelate dal programma Report, era riportato uno scambio tra lui e Guerra.

È un “lavoro sicuramente pregevole”, concedeva il numero due di Oms al funzionario a proposito del rapporto ma lo invitava a riflettere sulle “questioni politiche”. Scriveva: “Uno degli atout di Speranza è stato sempre il poter riferirsi a Oms come consapevole figlia (si suppone per foglia, ndr) di fico per certe decisioni impopolari e criticate (…). Se anche Oms si mette si mette in veste critica non concordata con la sensibilità politica del ministro (…) non credo che facciamo un buon servizio al Paese. Ricordati che hanno appena dato 10 milioni di contributo volontario sulla fiducia e come segno di riconoscenza”.

In un’altra email in possesso di Report Guerra scriveva a Zambon: “Come sai, sto per iniziare con il ministro il percorso di riconferma parlamentare (e finanziaria) del centro di Venezia e non vorrei dover subire ritardi o contrattacchi”.

Il centro di Venezia è il posto di lavoro di Zambon. Nonostante il veto dell’Oms, nei giorni scorsi sono stati sentiti alcuni contrattisti (alcuni già ‘scaduti’) dell’Oms che, spiegano fonti giudiziarie, si sono presentati obbedendo a “un dovere giuridico e morale” nonostante l’invito da parte dell’organizzazione a non presentarsi.

Tramite la sua pagina Facebook, sulla quale abbondano insulti e inviti a dimettersi, Guerra aveva annunciato che querelerà Report definendo gli autori dell’inchiesta “gente indecente che cerca di farvi bere anche l’arsenico per tv”.

“Il nostro obbiettivo – avevano detto i pm nei giorni scorsi – è capire se esisteva un piano pandemico, se era aggiornato, se era appropriato e in che modo questo si riverberi sulla mancata istituzione della zona rossa e sulla chiusura e poi immediata riapertura dell’ospedale di Alzano. Non vogliamo indagare sull’Oms o sui rapporti di tipo internazionale o sulle prese di posizione dei tecnici ma capire se dirigenti e medici avevano delle direttive da seguire e se l’eventuale mancanza di queste direttive abbia inciso sulla diffusione del contagio nella provincia. Non spettano a noi inchieste morali, politiche o epidemiologiche, vogliamo sapere ora se c’erano delle regole e se sono state seguite”.

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Fonte: cronaca agi