Petrolio: prezzi su per attacchi Ucraina a raffinerie russe


Prosegue il rialzo dei prezzi del petrolio ai massimi da diversi mesi per la seconda sessione consecutiva a causa degli attacchi dell’Ucraina alle raffinerie russe che colpirebbero le forniture petrolifere globali. I future del Wti avanzano dell’1,3% a 83,7 dollari al barile, quelli del Brent salgono dello 0,7% a 87,4 dollari. Quest’anno l’Ucraina ha intensificato gli attacchi alle infrastrutture petrolifere russe, con almeno sette raffinerie prese di mira dai droni proprio questo mese. Secondo Reuters gli attacchi hanno bloccato il 7%, ovvero circa 370.500 barili al giorno, della capacità di raffinazione russa. Nonostante la minore attività di raffinazione abbia portato ad un aumento delle esportazioni di petrolio russo, questa potrebbe anche portare a tagli della produzione di greggio poiché il paese si trova ad affrontare vincoli di stoccaggio. Secondo i calcoli di Hodes, gli attacchi alle raffinerie russe potrebbero comportare una diminuzione di circa 350.000 barili giornalieri delle forniture globali e aumentare i prezzi del greggio statunitense di 3 dollari al barile. Anche se gli attacchi non comportassero una perdita diretta dell’offerta di greggio russo, c’è comunque un effetto di ricaduta sui prezzi del petrolio derivante dall’aumento dei margini dei prodotti raffinati, ha detto un analista. Il petrolio ha guadagnato anche grazie al calo delle esportazioni di greggio di Arabia Saudita e Iraq, nonché dai segnali di una domanda più forte e della crescita economica in Cina e negli Stati Uniti. (AGI)