La Federal Reserve, con la sua politica prudenziale rispetto al taglio dei tassi d’interesse, rappresenta una “sfida cruciale per il mercato petrolifero globale su due fronti: l’offerta di petrolio e la forza del dollaro Usa”. E’ quanto si legge nel rapporto mensile dell’Opec reso pubblico oggi, dove si evidenzia d’altro canto il rallentamento dell’inflazione registrato nelle principali economie. “In particolare, le decisioni politiche della Federal Reserve tendono ad avere l’impatto più diretto, poiché il commercio internazionale avviene principalmente in dollari”, sottolineano gli analisti dell’Opec.
Riguardo all’offerta petrolifera, “i tassi di interesse elevati aumentano il costo del capitale”, evidenzia l’Opec, in un momento in cui altri fattori “stanno già limitando gli investimenti nell’esplorazione e nella produzione” di greggio. Quanto al secondo fronte, mantenere alti i tassi favorisce la forza del dollaro, che si traduce in un aumento dei prezzi delle materie prime”. Per questo, il rinvio di ulteriori tagli dei tassi da parte della Fed “potrebbe limitare la capacità di altre grandi economie di ridurre ulteriormente i propri tassi di interesse”, poiché cercherebbero di evitare l’indebolimento delle loro valute rispetto al dollaro. In questo modo, “le loro economie sarebbero soggette a pressioni inflazionistiche”. Secondo l’Opec, peraltro, la crescita dell’economia americana, dell’1,3% nel primo trimestre, “costituisce un fattore importante a sostegno di eventuali tagli dei tassi da parte della Fed nella seconda metà dell’anno”. (AGI)