Petizione per rimuovere le statue di Leopoldo II in Belgio. Via quella di Anversa


AGI – Una statua dell’ex re del Belgio, Leopoldo II, controversa figura del passato coloniale, è stata rimossa da una piazza di Anversa e sarà conservata nei depositi di un museo locale. Lo riferisce il quotidiano belga Le Soir che cita “fonti concordanti” dell’agenzia France Presse. La decisione delle autorità locali giunge dopo un fine settimana di proteste partecipate da migliaia di persone in tutto il Belgio contro il razzismo e in omaggio a George Floyd.

E sulla scia del movimento globale Black Lives Matter, un 14enne belga, Noah N.L., ha lanciato lanciato una petizione il primo giugno, trasmesso dall’account Instagram @ statues_leopold2_bxl, chiedendo la rimozione da Bruxelles, ma non solo, di tutte le statue del monarca, ispiratore del sanguinoso regime coloniale in Congo.

In pochi giorni più di 44 mila persone hanno firmato la sua petizione, aperta fino al 30 giugno, data del 60esimo anniversario dell’indipendenza del Congo, come termine ultimo per realizzare l’azione. La proposta del giovane Noah è stata accolta anche dai partiti di maggioranza in Parlamento. Al governo hanno chiesto di istituire un gruppo di lavoro per “decolonizzare” gli spazi pubblici della regione: rivedere ed eliminare i nomi di strade e piazze che contengono riferimenti alla storia coloniale del Paese, in particolare al re Leopoldo II (1835-1909).

Negli ultimi giorni, in un clima di crescente protesta contro il razzismo, diverse statue di re Leopoldo II sono state dipinte di rosso. I firmatari dell’iniziativa chiedono che l’immagine equestre di Leopoldo II situata nella centrale Place de Trône sia la prima ad essere eliminata, poiché “non è quello che Bruxelles deve mostrare ai milioni di turisti che riceve ogni anno”. 

Il passato coloniale del Belgio

Secondo lo storico Adam Hochschild, Leopoldo II fu responsabile di una strage, la morte tra i 10 e i 15 milioni di persone: iniziò la sua spedizione in Congo nell’1879 e nel 1885 lo Stato fu riconosciuto come territorio appartenente al monarca durante la Conferenza di Berlino, in cui fu anche risolta la divisione dell’Africa tra le potenze coloniali europee.

Grazie alla colonizzazione di questo territorio africano, Leopoldo II trasformò il Belgio in una potenza imperialista e sfruttò le risorse offerte dal Paese, ricco di materiali come la gomma, materiale-chiave dopo l’invenzione di pneumatici moderni. Ma per anticipare i suoi concorrenti, che stavano sfruttando le foreste di gomma dell’America Latina e del Sud-est asiatico, il monarca ridusse in schiavitù la popolazione indigena congolese; ma in un ambiente di estrema violenza dove le punizioni come l’amputazione delle mani erano comuni.

La disumanizzazione degli indigeni fu tale che all’Esposizione Universale tenutasi a Bruxelles nel 1958, fu organizzato uno “zoo umano” di uomini, donne e bambini congolesi per il divertimento dei visitatori. Esperti come lo storico congolese Isidore Ndaywel è Nziem stimano che durante gli anni di dominio di Leopoldo II sul Congo, la popolazione congolese fu dimezzata, decimata da omicidi, fame, stanchezza, malattie e collasso delle nascita.

Leopoldo II usò la fortuna accumulata dallo sfruttamento e dal commercio di materiali congolesi per finanziare una serie di opere pubbliche in patria, il cui esempio più notevole è il Palazzo di Giustizia a Bruxelles, che è più grande della Basilica di San Pietro ed è uno dei più grandi edifici in pietra del mondo.

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Fonte: estero agi