AGI – Caos in Perù dove tre manifestanti sono stati uccisi a Lima nel sesto giorno di proteste contro la destituzione del presidente Martin Vizcarra. La morte dei due studenti universitari di 22 e 25 anni dopo il duro intervento della Polizia ha portato alle dimissioni di 13 dei 18 ministri del governo appena formato dal presidente ad interim Manuel Merino. Il presidente del Parlamento peruviano, Luis Valdez, ha chiesto a Merino di rimettere il mandato ma per ora il capo del governo non molla.
La destituzione di Vizcarra
Vizcarra è stato rimosso dal Parlamento in seguito a un’accusa di corruzione non provata per la quale non è stata ancora aperta un’inchiesta. Al suo posto è stato nominato presidente ad interim l’oppositore Merino, già presidente del Parlamento e espressione di un gruppo di forze politiche di destra legate ad alcune università private contrarie alla lotta anticorruzione e alla riforma universitaria che Vizcarra, anch’egli di orientamento conservatore, stava portando avanti.
Dopo le violenze che sabato hanno causato tre morti, decine di feriti e almeno una ventina di dispersi, gli agenti si sono ritirati nelle vicinanze della sede del Congresso e centinaia di manifestanti che si trovavano ancora nel centro storico di Lima sono avanzati in modo pacifico. In un primo momento i pochi agenti che sorvegliavano gli esterni del Congresso hanno permesso ai manifestanti di avanzare. Ma quando i manifestanti hanno avviato un sit in in Viale Abancay, di fronte alla sede del Congresso, gli agenti hanno lanciato gas lacrimogeni. Le tv hanno mostrato immagini di arresti e di aggressioni a giornalisti da parte della polizia. Se dopo il carico si è generato un nuovo confronto con i giovani sono dovuti fuggire prima dell’attacco della polizia, che è prossima ad intervenire anche le unità mobili dei canali televisivi che hanno coperto gli incidenti.
Il silenzio di Merino
Merino non ha ancora rilasciato dichiarazioni dopo gli eventi violenti eventi. All’alba è stata diffusa una foto che lo mostra a colloquio con parte dei suoi ministri. Merino è mostrato a colloquio con il primo ministro, Ántero Flores-Araoz, e diversi membri del governo, tra cui il ministro dell’Interno, Gaston Rodríguez, che due ore dopo ha presentato la sua lettera di dimissioni. Poco prima una decina di ministri avevano annunciato le loro dimissioni.
Nella notte si sono diffuse anche voci di una fuga di Merino dal Paese a bordo di un aereo militare. Un membro del Congresso, Rennan Espinoza, ha dichiarato alla rete locale America Television che Merino aveva deciso di dimettersi ma durante l’incontro con i suoi ministri ha espresso l’intenzione di attendere di essere licenziato dal Congresso per non assumersi la responsabilità politica e legale per gli eventi di sabato.
Il primo ministro, Flores-Araoz, ha affermato che resterà in carica per “lealtà” nei confronti di Merino e lascerà solo se il presidente ad interim si dimetterà. Merino potrebbe essere destituito oggi, dopo una riunione dei capigruppo convocata dallo speaker del Congresso, Luis Valdez, che ha già chiesto le dimissioni immediate del presidente ad interim. Secondo le informazioni diffuse dalle autorità sanitarie, le violenze di sabato hanno causato anche 63 feriti.
Vedi: Perù, governo nel caos dopo l'uccisione di tre manifestanti
Fonte: estero agi