Per Crisanti, "è probabile che ci saranno altre pandemie"


AGI – In futuro “è assai probabile che ci saranno altre pandemie, ma non è detto che saranno così diffusive”. Così all’AGI Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova. “Se guardiamo al passato le pandemie si sono verificate, ma non così di frequente come si vuol far credere”, spiega Crisanti. “E’ un problema di probabilità legato all’esposizione dell’uomo a virus potenzialmente in grado di fare il salto di specie. Determinati ambienti in cui il contatto uomo animale sia più diretto favoriscono la trasmissione”, osserva.

Se le varianti prendono piede le misure non bastano

 “Se le varianti prenderanno il sopravvento vorrà dire che le misure che abbiamo adottato, distanziamento e mascherine, non bastano più”, dice Crisanti. Per l’esperto, “per non farci trovare impreparati dobbiamo lanciare un programma di sorveglianza sulle varianti” per tenerle sott’occhio sia da un punto di vista “di una risposta al vaccino” sia per quanto riguarda la “diffusione e potenziale letalità”.

“Negli esperimenti di laboratorio sulla variante brasiliana – spiega – si osserva che gli anticorpi indotti hanno una ridotta capacità neutralizzante. è tutto da provare e questo non vuol dire che la variante non risponderà al vaccino, ma deve essere studiata per bene”. Le nuove forme di Sars-Cov-2 “dovrebbero essere sequenziate e, se c’è una mutazione questa va analizzata per capire se questa sfugge al vaccino”. Non solo. “Se ci sarà una persona vaccinata che si ammalerà – continua Crisanti – questa dovrà essere sottoposta a uno studio per capire se il virus è quello classico o mutato”.

L’allarme dell’Intelligence è realistico

Per Crisanti, l’allarme dell’intelligence che considera i contagi in Italia sottostimati del 50% “è realistico”. Secondo l’esperto, la spia è rappresentata dalla “positività nei tamponi rapidi e nei molecolari. Se vediamo differenze vuol dire che c’è qualcosa che non va”. Nello specifico, sostiene Crisanti, “o i tamponi rapidi vengono usati male o non sono affidabili“. Questi test “a cui sfuggono i positivi, hanno contribuito ad aggiungere confusione a una situazione poco chiara visto il tracciamento saltato”, continua il virologo. “Fosse stato per me li avrei confinati in situazioni specifiche, anzichè utilizzarli come una sorta di lasciapassare sociale”.

Anziani a rischio se non coperti anche da AstraZeneca

Infine, il dubbio sul vaccino di AstraZeneneca che forse non potrà essere somministrato agli over 65:  “Se sarà così ci ritroveremo con persone vaccinate che non hanno bisogno di essere immunizzate nell’immediato e con una parte di anziani, quindi fragili, che rischiano la vita tutti i giorni”, conclude Crisanti.

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Fonte: cronaca agi