Pd: in 50mila caricano Schlein, “allarghiamo per alternativa”


Se quella di Elly Schlein voleva essere una scommessa ‘all in’, la segretaria torna a casa con l’intera posta in gioco. Il Partito Democratico si è mostrato vitale, capace di riportare in piazza un popolo che, in occasione della chiusura della campagna elettorale delle elezioni politiche, era apparso sfiduciato, a tratti ripiegato su se stesso. A distanza di poco più di un anno, la situazione è cambiata, ribaltata. Lo dicono i numeri. Il Partito democratico parla di cinquantamila presenze in una piazza che ha una capienza di 65 mila persone. Il colpo d’occhio è impressionante: le bandiere occupano l’intero spazio e si innervano nelle strade del Tridente romano e nelle traverse. Merito anche della macchina organizzativa dem che ha portato a Roma 175 pullman e sette treni da tutta Italia. E la segretaria è la prima a rimanere sorpresa del successo ottenuto: “Una grande gioia per questa meravigliosa partecipazione, non ci potevamo nemmeno aspettare una partecipazione così grande”, dice dopo essere scesa dal palco. Ora, davanti a Schlein e al suo partito, ci sono mesi di ‘cantiere’ per trasformare il consenso della piazza in voti. Alle europee, prima di tutto, ma anche alle regionali e alle amministrative del 2024. Perché, malgrado la prova di forza, Schlein si dice consapevole che il Pd da solo non basta: “Da qui parte l’alternativa che vogliamo costruire al governo delle destre. E’ stata una manifestazione bella, sulla giustizia sociale, sulla pace, sulla scuola, sulla giustizia climatica, sul lavoro e su una idea diversa del futuro dell’Italia. Da qui vogliamo allargarci ancora, da soli non ci bastiamo, dobbiamo costruire davvero l’alternativa”, dice salutando i giornalisti al termine della kermesse. La piattaforma di questa alternativa è stata snocciolato durante un’ora di intervento dal palco.
La legge di Bilancio è la prima pietra che Schlein vuole mettere in questo cantiere. “E’ una manovra fatta di mancette che durano il tempo di scavalcare le europee”, dice la segretaria: “Un anno di governo Meloni non ha prodotto nessun risultato concreto per il Paese. Dopo un anno di campagna elettorale fatta di promesse iperboliche, come il taglio delle accise, è aumentata la benzina e il governo non ha fatto nulla. Dopo tutta la retorica sulla famiglia, hanno tradito le promesse sugli asilo nido, hanno aumentato l’Iva su pannolini e assorbenti e tagliano sulla sanità pubblica, non mettendo un euro sulla non autosufficienza. Non c’è nulla sul diritto allo studio, alla casa, all’emergenza climatica e così puniscono anche i figli. Tagliano sulle disabilità e sulle pensioni, non c’è nulla sulle imprese e nulla che rilanci l’economica, che accompagni alla transizione ecologica”. A tutto questo il Pd contrappone ricette fatte su investimenti in edilizia pubblica e fondo per gli affitti, “serve almeno un miliardo”; salario minimo e congedo paritario per rilanciare l’occupazione; difesa e rilancio della sanità pubblica, sbloccando le assunzioni e implementando il fondo sanitario nazionale; difesa della scuola pubblica e del diritto allo studio, che passa anche per il contrasto al caro affitti. Punti su cui le opposizioni hanno già avviato un lavoro insieme. Sul salario minimo, presentando una proposta di legge unitaria. Ma anche su sanità e casa le opposizioni sembrano poter camminare insieme. Diverso il discorso quando si toccano temi internazionali. Il primo dei quali, e non potrebbe essere diversamente, è quello sulla crisi mediorientale. Schlein, dal palco, è netta: “Siamo in questa piazza per chiedere con forza un cessate il fuoco umanitario perché non possiamo continuare a vedere questo massacro di civili, sono morti più di trenta giornalisti e non è ammissibile. Tutto questo non è umano”, dice la segretaria che, poi, aggiunge: “Dobbiamo chiedere il rilascio degli ostaggi e chiedere una soluzione due popoli e due stati. C’è stato un colpevole abbandono della comunità internazionale verso l’aspirazione del popolo palestinese alla pace e all’autodeterminazione. Al terrorismo fanatico di Hamas va la nostra condanna, ma Hamas non rappresenta il popolo palestinese”.
Parole che seguono a quelle del leader M5s Giuseppe Conte che parla apertamente di strage: “La pavidità della politica sulla strage che si sta consumando a Gaza è vergognosa. Oltre 10 mila morti, per buona parte donne e bambini. Bombardamenti continui, che non risparmiano abitazioni civili e ospedali”, aggiunge il leader del M5s arrivato in piazza a portare il suo saluto a Schlein e al popolo dem che lo ha salutato con applausi. Tuttavia, le distanze fra i due partiti rimangono. Conte, incalzato dai cronisti, ribadisce di non gradire l’idea di campo largo, quindi di alleanze strutturali, preferendo quella di “campo giusto”, con accordi sui singoli provvedimenti, in Parlamento, e caso per caso, in base alle condizioni offerte sui territori, alle elezioni regionali e amministrative. Altro punto in cui Schlein e Conte mostrano una distanza è quello dell’approccio con il quale affrontano due temi caldi dle dibattito politico: l’accordo Italia-Albania sui migranti e le riforme istituzionali immaginate dal governo. “Dobbiamo spiegare le cose come si deve. Questo presidenzialismo non esiste in nessun Paese”, dice Schlein che accusa Meloni di “deriva plebiscitaria” e di “non voler governare, ma comandare”. E sull’accordo fra Roma e Tirana sottolinea: “Non c’è nessun accordo perché gli accordi internazionali in questo Paese devono passare dal parlamento e noi non abbiamo visto nulla. Mi sembra che Meloni si inventi di tutto pur di non fare la cosa che serve all’Italia: cambiare le regole europee e far cambiare idea al suo amico Orban”. Conte, a differenza della leader dem, derubrica i due dossier a tentativi di distrarre l’attenzione dalla manovra: “La manovra, per Conte, comprime le prospettive di giovani, donne, imprese, sanità, addirittura donne con disabilità. Questa sciagura ce la porteremo per tutto il prossimo anno e lascerà un imprinting negativo anche sugli anni futuri. Quindi lavoriamo contro questa manovra con le opposizioni, a partire dal Pd”. Nonostante questo, Schlein si dice certa che la piazza di oggi “dimostra che l’alternativa al governo Meloni c’è, siamo noi che ci apriamo agli altri. Non lasceremo a queste destre la libertà di smantellare il Paese e rinchiuderlo nel nazionalismo”. (AGI)
MOL