di Ettore Minniti
Giorni tristi e ansiosi quelli che stiamo vivendo e che non avremmo mai voluto vivere. Gli attuali giorni di guerra sembrano essere caratterizzati dalla negazione di ogni speranza e possibilità di dialogo. Ognuno racconta la propria verità tra informazione e controinformazione, tra disinformazione e propaganda.
Dove poter trovare, allora, un messaggio di speranza e rinascita che dovrebbe venirci dalla Pesach ebraica (che quest’anno si celebra dal 15 al 23 aprile)?
“Quando ti avvicini ad una città per combattere contro di essa, dovrai offrirle la pace” (Deuteronomio, 20:10). Concetti che sembrano essere in contrasto tra loro.
Papa Francesco lancia il suo grido di dolore: “… dove si torna a crocifiggere Cristo che ancora una volta inchiodato alla croce nelle madri che piangono la morte ingiusta dei mariti e dei figli. È crocifisso nei profughi che fuggono dalle bombe con i bambini in braccio. È crocifisso negli anziani lasciati soli a morire, nei giovani privati di futuro, nei soldati mandati a uccidere i loro fratelli”.
Francesco chiede una tregua di Pasqua, tenendo conto che la Pasqua per la Chiesa ortodossa quest’anno cade una settimana dopo quella cattolica.
Dovrebbe farci riflettere, anche, la contrapposizione tra le parole di Gesù̀ crocifisso e quelle dei suoi crocifissori. Questi ripetono un ritornello: “Salva te stesso”. Lo dicono i capi: “Salvi sé stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto”. Lo ribadiscono i soldati: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”. E infine, anche uno dei malfattori, che ha ascoltato, ripete il concetto: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso!”. Salvare sé stessi, badare a sé stessi, pensare a sé stessi; non ad altri, ma solo alla propria salute, al proprio successo, ai propri interessi; all’avere, al potere e all’apparire. Salva te stesso: è il ritornello dell’umanità̀ che ha crocifisso il Signore. Riflettiamoci sopra un attimo: alla mentalità̀ dell’io si oppone quella di Dio; il salva te stesso si scontra con il Salvatore che offre sé stesso.
Oggi questa guerra, che insanguina l’Europa, sembra voler far scendere il buio tenebroso sul mondo e sull’uomo. Tutto sembra congiurare contro: scoramento e angoscia, impotenti di fronte alla malvagità dei potenti. Non ci rimane quel dono di Dio, fatto uomo, che è la preghiera per una possibilità di pace. Una possibilità alla quale non possiamo non aggrapparci con tutte le nostre forze. Potremmo rimanere allibiti, come lo fu per quegli uomini che non credettero finché non videro.
In questi giorni di Pasqua fate tacere le armi! Riconciliatevi con voi stessi e con l’Eterno.
Allora, Buona Pasqua (o Pesach) a noi stessi e all’intera umanità.