Parmenide. Storia degli effetti


di Gianni De Iuliis

Parmenide ha rappresentato una grande novità nell’ambito del pensiero presofista. In generale la Scuola eleatica abbandona lo studio immediato della natura, dedicandosi all’analisi delle strutture logiche della realtà.
In particolare Parmenide valuta lo statuto epistemologico dell’esperienza, cercando di comprenderne l’affidabilità gnoseologica. Ma soprattutto pone una questione preliminare di metodo: prima di affrontare il problema della conoscenza si pone quello degli strumenti mediante i quali si conosce.
Tutti i pensatori successivi a Parmenide non potranno esimersi dal confronto con le sue posizioni, momento imprescindibile per ogni ricerca ontologica.
Platone chiamerà Parmenide «maestro venerando e terribile», a sottolineare la sua grandezza filosofica, ma anche la sua oggettiva oscurità.
L’esiguità dei frammenti pervenutici non fa luce sulla sua filosofia, che resta comunque un punto di riferimento per le ontologie successive, per i rapporti tra gnoseologia, ontologia e filosofia del linguaggio.
Inoltre la filosofia di Parmenide resta un punto di riferimento per quei filosofi che speculeranno su una realtà assoluta ed eterna.
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