Parigi 2024: Volley multietnico e Cio, nuova polemica politica


La giornata conclusiva delle Olimpiadi con la vittoria delle azzurre del volley, che conquistano la medaglia d’oro per la prima volta nella storia dei Giochi, non sono sufficienti a smorzare le polemiche politiche sull’italianità di alcune atlete e sul Cio, ‘reo’ di aver ammesso al torneo femminile di boxe la pugile iperandrogina algerina Imane Khelif.
Se tutta la politica, nessuno escluso, gioisce per la vittoria del volley ‘rosa’, allargando i complimenti a tutti gli atleti italiani, le opinioni divergono sulla ‘origine’ di alcune atlete. E al centro della polemica torna la pallavolista Paola Egonu, già vittima di alcune considerazioni fatte dal generale Roberto Vannacci, eletto a Bruxelles nelle liste della Lega. Proprio il generale, complimentandosi con le azzurre del volley, torna sulla questione e ribadisce: “Sono contentissimo che la squadra italiana abbia vinto e faccio i complimenti a tutte le atlete, anche a Paola Egonu che è una bravissima atleta, italiana. Non ho mai messo in dubbio la sua italianità, ma continuo a ribadire che i suoi tratti somatici non rappresentano la maggioranza degli italiani”. Di tutt’altro tenore i commenti della maggioranza dei politici: “Abbiamo ottenuto grandi risultati che nessuna stucchevole e inopportuna polemica sull’italianità delle nostre campionesse potrà sminuire. Chi indossa la maglia azzurra è certamente più italiano di chi dispensa patenti di italianità”, scandisce il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi. “La storica medaglia d’oro della nazionale di volley femminile è una vittoria di una squadra che ha portato l’Italia sul tetto del mondo. Ma la schiacciata più bella di questa nazionale è al razzismo di chi crede, nel 2024, che italianità sia avere la pelle bianca. Eccola la medaglia più bella, è quella dell’integrazione”, scrive sui social il segretario di Più Europa Riccardo Magi, che rilancia lo ius soli. “L’Italia che vince è questa, aperta al mondo, inclusiva, capace di valorizzare le differenze. Il Paese è già così nello sport e nella società e non tornerà indietro”, afferma il vicecapogruppo del Pd al Senato Franco Mirabelli.
“Pur di portare avanti le sue vergognose crociate, il generale Vannacci non si fa problemi a ‘insuduciare’ con le sue considerazioni offensive la straordinaria vittoria italiana nella pallavolo olimpica”, sottolinea Raffaella Paita, senatrice di Italia Viva. “E’ l’Italia multietnica che vince. Questa è l’Italia che vogliamo, che vince, che si abbraccia nel rispetto di tutto e tutte”, dice il verde Angelo Bonelli. Ma i “tratti etnici” non sono l’unico tema a far discutere. Torna nel mirino anche il Cio, dopo le polemiche sull’incontro tra la pugile italiana Angela Carini e l’algerina Khelif, oro nella sua disciplina. E’ sempre Vannacci a rinfocolare la discussione: “Il Cio è altamente politicizzato: infatti si è rifiutato di fare analisi genetiche necessarie per capire chi è donna e chi non lo è”, afferma. E anche la ministra Eugenia Roccella, in un lungo post su facebook, affronta la questione. La titolare delle Pari opportunità premette: “Le Olimpiadi hanno segnato un nuovo salto di qualità nell’attacco alle donne”. Roccella quindi spiega: “Nel cuore dell’occidente, un’atleta afghana della squadra dei rifugiati è stata squalificata per aver mostrato la scritta ‘Liberate le donne afghane’ al termine della sua prova. E il presidente del Comitato Olimpico Thomas Bach ha affermato che non ci sarebbe un sistema ‘scientificamente solido’ per distinguere uomini e donne. Due facce della stessa medaglia, che non è certo una medaglia olimpica ma è quella di un nuovo patriarcato che attacca le donne colpendole nell’identità”. E conclude: “Se si nega la possibilità di distinguere ‘scientificamente’ i maschi dalle femmine, è evidente che le categorie maschili e femminili, e con esse le gare sportive per le donne, perdono totalmente di senso”. Critica anche la senatrice di FdI Cinzia Pellegrino: “La squalifica della breakdancer Manizha Talash per aver indossato un foulard chiedendo libertà per le donne in Afghanistan è l’ulteriore decisione discutibile presa dal Cio in queste Olimpiadi. Il Cio riesce a essere più talebano dei talebani”, conclude. (AGI)
SER