“Oggi, in un mondo complesso e spesso polarizzato, tragicamente segnato da conflitti e violenze, l’amore di Dio che si rivela in Cristo e ci viene donato nello Spirito diventa un appello rivolto a tutti, perché impariamo a camminare nella fraternità e a essere costruttori di giustizia e di pace. Solo in questo modo possiamo spargere semi di speranza là dove viviamo”. Lo ha detto Papa Francesco ricevendo oggi i partecipanti alla sessione plenaria della commissione teologica internazionale.
“Rimettere Cristo al centro significa riaccendere questa speranza e la teologia è chiamata a farlo, in un lavoro costante e sapiente, nel dialogo con tutti gli altri saperi”, ha aggiunto, “L’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi ha dedicato un punto del Documento finale al compito della teologia, nel contesto dei «carismi, vocazioni e ministeri per la missione»; e ha formulato questo auspicio: «L’Assemblea invita le istituzioni teologiche a proseguire la ricerca volta a chiarire e approfondire il significato della sinodalità”.
“Questa è stata una visione di San Paolo VI alla fine del Concilio, quando ha creato il Segretariato del Sinodo dei Vescovi”, ha proseguito Bergoglio, “In quasi 60 anni si è sviluppata questa teologia sinodale, a poco a poco, e oggi possiamo dire che è matura. E oggi non si può pensare una pastorale senza questa dimensione di sinodalità.Perciò, insieme alla centralità di Cristo, vorrei invitarvi a tenere presente anche la dimensione ecclesiologica, per sviluppare al meglio la finalità missionaria della sinodalità e la partecipazione di tutto il Popolo di Dio nella sua varietà di culture e tradizioni”.
“Direi che è venuto il momento di compiere un passo coraggioso: sviluppare una teologia della sinodalità, una riflessione teologica che aiuti, incoraggi, accompagni il processo sinodale, per una nuova tappa missionaria, più creativa e audace, che sia ispirata dal kerygma e che coinvolga tutte le componenti della Chiesa”, ha concluso.(AGI)