Le vicissitudini tragicomiche di un papà separato che perde la bussola e cerca nella memoria le ragioni per ripartire. È questo il leitmotiv de “La formica sghemba”, Scatole Parlanti editore, il romanzo breve di Paolo Romano, presentato in anteprima il 26 settembre al Teatro Arciliuto di Roma.
Non è frequente nella narrativa italiana di incappare nel racconto intimo e crudo insieme delle fragilità di un uomo che si ritrova solo a crescere un figlio. È attraverso questo punto di vista destrutturato che passano tradimenti e femminicidi, curati di campagna, ragazzi padre, vita vissuta, vita che sarebbe dovuta essere vissuta e vita che verrà. E in mezzo tanta musica: al termine del romanzo si ha una playlist di riferimenti che suggeriscono il sottofondo per la lettura.
Sulla scia della recente narrativa americana postmoderna, la digressione è l’unico modo credibile per tentare la ricostruzione dell’unità, tra note a piè di pagina spesso lunghissime e romanzi nel romanzo con lo stile che prova a confondersi e cambiare nel racconto e sbalzare dal vernacolo al formale, dal sentimentale al grottesco.
Perché proprio “La formica sghemba”? Schopenhauer racconta di questa curiosa specie di insetti che, se viene spezzata in due, entra in lotta con sé stessa: la testa prova a mordere il corpo e quest’ultimo prova a difendersi pungendo la testa, finché altre formiche non le trascinano via. Ecco la percezione del conflitto: nella difficoltà di vivere non capendo l’attualità e il proprio tempo sta il senso di questo romanzo breve.
L’anteprima sarà seguita da dibattiti ed incontri in tutta Italia, con psicologici, scrittori, musicisti e giornalisti sui temi del libro. Già in calendario il 27 a Pavia (Libreria Antiquaria Cardano, con Enrico Merlin), il 28 a Piacenza (Fahrenheit 451), il 15 a Roma (Le torri) e l’8 novembre a Cremona (Libreria del Convegno).
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Fonte: cultura agi