Paolo Fresu e le stelle di 'Time in Jazz' per tornare a sognare


AGI – Saranno le stelle ad accompagnare la XXXIV edizione ‘Time in Jazz’, festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu, in programma a Berchidda, in provincia di Sassari, e in altri centri del Nord Sardegna. Un tema non casuale, quello scelto quest’anno dal trombettista sardo che nelle stelle, (‘Isteddhos’ in sardo, ndr), ha voluto racchiudere sogni, speranze, desideri e l’auspicio di un evento che, nonostante le regole legate alla pandemia, con l’obbligo di green pass e di distanziamento sociale, possa restituire al pubblico l’emozione di assistere dal vivo a una serie di concerti di alto livello.

Un omaggio a Dante

“In questo momento – racconta Fresu all’AGI – credo che la ripresa degli spettacoli sia fondamentale per leggere il presente in una maniera diversa. Con la pandemia, oltre alla difficoltà dell’essere rimasti chiusi nelle nostre case, c’è stata anche una sorta di chiusura emotiva e sociale. Il riferimento alle stelle è un modo per rendere omaggio anche a Dante Alighieri, nel settimo centenario della morte, con la parola ‘stelle’ che chiude tutte e tre le cantiche della Divina Commedia”.

“Non volevamo fare un festival su Dante per un motivo molto semplice – chiarisce Fresu -, perché tutti in questo periodo hanno fatto cose su di lui e ci sembrava forse un po’ eccessivo. Non volevamo, però, neppure dimenticarlo in questo anniversario così importante. Quello delle stelle è un tema favoloso, contemporaneo e poetico, significa cosmo, universo e tante altre cose diverse. Alla fine, Dante lo tocchiamo tangenzialmente, anche se ci sarà la lettura de ‘Sa Divina Cummedia’, in lingua sarda, che era stata tradotta da Pietro Casu, parroco berchiddese”. 

Tra le particolarità del festival, la traversata marittima diurna sulla tratta Livorno-Golfo Aranci con l’esibizione di Clara Zucchetti (percussioni e voce) e Sara Magon (Ukulele e voce). Il programma di questa edizione si preannuncia ricco e variegato e gli omaggi saranno diversi. “Apriremo a Berchidda – conferma Fresu – con il progetto su David Bowie. Nel suo ultimo disco, ‘Blackstar’ aveva una stella nera in copertina. Faremo, purtroppo, un omaggio anche a Jon Hassell, grandissimo trombettista americano, morto poco tempo fa e che a Berchidda è stato di casa”.

Pronti anche con il ‘green pass’

Time in Jazz parte a un giorno dall’entrata in vigore sul nuovo decreto sul ‘Green pass’. “Siamo pronti, ci siamo già premuniti e saremo estremamente rispettosi delle regole – assicura il trombettista sardo -. A Berchidda e negli altri centri coinvolti, sia nei concerti a pagamento, che quelli fuori dal paese, che sono la maggior parte, ci si deve prenotare e chi verrà dovrà avere il ‘Green pass’ o un test di non più di 48 ore. Abbiamo istituito anche un centro per effettuare i tamponi”.

 In un momento particolare come quello attuale, secondo Fresu, “fare musica e dare un segnale di ripresa è importantissimo: ogni sera, alla fine del concerto, non solo ringrazio tutti coloro che ruotano attorno a un nostro evento, ma chiedo anche un applauso per tutti i lavoratori dello spettacolo. Ci sono tantissime persone che lavorano dietro il palco che in quest’anno e mezzo sono state dimenticate. Credo sia importante ripartire non solo per creare occasioni di lavoro, che significa poi anche creare economia e, nel caso specifico, a Berchidda, prima del Covid, si riusciva a produrre un indotto netto sul territorio di 3 milioni di euro, ma anche per dare al pubblico l’opportunità di un’esperienza emozionale. Per questo credo che la ripresa debba essere letta sotto molti punti di vista diversi, quello del lavoro, del ritrovarci a essere noi stessi, di ciò che si dà al pubblico, dell’indotto economico che si crea e per tutta una serie di cose che fanno sì che questa modalità possa continuare a esserci. È importante fare i vaccini perché se non ci vacciniamo tutti ci ritroveremo, probabilmente, nelle stesse condizioni dell’anno scorso”. 

Tra i primi a riprendere

Molte rassegne si sono dovute fermare, mentre Time in Jazz continua a riscuotere consensi: “Il segreto – spiega l’artista sardo – è nella serietà che abbiamo sempre dimostrato in questi 34 anni. Di difficoltà ne abbiamo avute tante, come tutti, ma non ci siamo mai piegati e abbiamo sempre cercato altre forme e anche altre vie, che sono state fondamentali per aprire porte nuove, che non conoscevano e non sapevano che esistessero. Questo fa in modo che il festival cresca dal punto di vista della coscienza nostra e di quelli che vengono a Berchidda da anni e che condividono con noi alcune filosofie di pensiero, legate non solo alla programmazione della musica, ma anche al territorio, all’energia, alla sostenibilità ambientale, alla solidarietà e su tutta una serie di cose che crediamo il festival debba instillare. L’anno scorso siamo stati uno dei primissimi festival ad annunciare la ripresa quando il momento era più buio di questo che stiamo vivendo. Abbiamo fatto un festival con un bellissimo programma, l’abbiamo fatto in totale sicurezza e non c’è stato un caso di Covid, quando negli stessi giorni in Costa Smeralda stava accadendo quello che sappiamo”.

Time in Jazz rappresenta un grande progetto sociale e culturale. “È un grande laboratorio che quest’anno, tra l’altro, affronta in modo più sostenuto, rispetto al passato – osserva Fresu – anche il tema dell’infanzia con ‘Time to children’, un festival nel festival, che abbiamo aperto tre settimane fa con il ‘Time to Campus’, un campus per 42 bambini, provenienti da tutta Italia, che si è rivelato un successo clamoroso”. 

Source: agi