Ora la Sardegna 'bianca' teme un'ondata di arrivi dalle zone rosse


AGI  “La possibilità di spostarsi dalle zone rosse verso le seconde case nelle zone bianche è un errore gravissimo del governo Draghi che in Sardegna non può essere accettata in nessun modo“. Il presidente dell’Anci regionale, Emiliano Deiana, è lapidario, dopo la pubblicazione delle Faq, le domande più frequenti sulle misure anti-Covid introdotte con decreto legge del 13 marzo scorso, in vigore da oggi fino a al 2 aprile e nella giornata del 6 aprile, per Pasqua.

Le specifiche alla voce ‘spostamenti’ preoccupano non poco gli abitanti della Sardegna che ha appena iniziato, unica in Italia, la sua terza settimana in zona bianca e con dati epidemiologici in peggioramento, seppure ancora sotto controllo. Il timore, misto a una crescente indignazione, dilaga da ieri sera sui social, fra amministratori locali e comuni cittadini, quando è apparso chiaro che chiunque abbia una seconda casa (pure in locazione, escluse quelle brevi), in questo caso in Sardegna, possa ‘rientrarvi’ anche da zone ad alto contagio e in cui sono in vigore le misure più restrittive.

Per attestare i requisiti basterà un’autocertificazione. Se dalla penisola i numerosi proprietari di seconde case, soprattutto nel Nord Sardegna, decideranno di trascorrere là le vacanze pasquali, il sistema dei controlli in ingresso (test antigenici rapidi operativi in porti e aeroporti dall’8 marzo scorso) potrebbe non essere sufficiente: basti pensare che nell’isola le seconde case, incluse quelle di proprietà di residenti, sono oltre 223 mila, la maggior parte concentrate nel Sassarese e in Gallura (circa il 42% delle circa 298 mila abitazioni censite), dove sono occupate solitamente nei tre mesi della stagione marino-balneare.

L’alternativa è che aumenti il numero di passeggeri che sbarcano con certificato di negatività (perché si sono sottoposti a test entro le 48 ore precedenti il viaggio) o già vaccinati. Prima dell’estate 2020, dopo il primo lockdown, l’epidemia di Covid-19 in Sardegna era tornata sotto controllo, anche per il contingentamento dei collegamenti e degli arrivi concordato a suo tempo dalla Regione col governo, per poi dilagare di nuovo al termine della stagione turistica.

All’epoca, però, non erano previste né le attuali restrizioni per la zona bianca (ristoranti chiusi entro le 23, bar entro le 21 e coprifuoco dalle 23.30 alle 5), non c’era l’obbligo della mascherina anche all’aperto e non erano stati ancora allestiti i test rapidi in ingresso.

Le regole per le seconde case

“È possibile raggiungere le seconde case”, si legge nelle Faq del governo, “anche in un’altra Regione o Provincia autonoma (da e verso qualsiasi zona: bianca, gialla, arancione, rossa), solo a coloro che possano comprovare di avere effettivamente avuto titolo per recarsi nello stesso immobile anteriormente all’entrata in vigore del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2. Tale titolo, per ovvie esigenze antielusive, deve avere data certa (come, per esempio, la data di un atto stipulato dal notaio, ovvero la data di registrazione di una scrittura privata) anteriore al 14 gennaio 2021″.

“Sono, dunque, esclusi tutti i titoli di godimento successivi a tale data (comprese le locazioni brevi non soggette a registrazione)”, si precisa nelle Faq. “Naturalmente, la casa di destinazione non deve essere abitata da persone non appartenenti al nucleo familiare convivente con l’avente titolo, e vi si puo’ recare unicamente tale nucleo”.

Source: agi