Oppenheimer o Barbie? La sfida del momento al cinema


Sono il fenomeno hype del momento, sono sulla bocca di tutti al punto che insieme formano persino un’hashtag, Barbienheimer, di tendenza insieme a Barbiecore.

Sono i due film prossimi alla sala e capaci di creare una grande attesa: Oppenheimer perché è il nuovo lavoro dell’amato Christopher Nolan, il regista da 5 miliardi al botteghino, di cui si sente parlare ormai da prima del Covid, dedicato alla complessa figura dello scienziato che con il Progetto Manhattan ha portato allo sviluppo della letale bomba atomica, il secondo perché ci riporta al mondo irreale, pop, rosa e plasticoso della bambola più famosa del mondo in una rilettura certamente con sorprese.

In America i due film, Oppenheimer e Barbie, escono in contemporanea il 21 luglio a sfidarsi da blockbuster nel botteghino estivo su cui si scommettono sfracelli di incassi, il primo targato Universal, il secondo Warner Bros. In Italia va diversamente con Barbie in uscita il 20 luglio, il thriller storico girato in uno spettacolare Imax invece il 23 agosto.
In questi giorni di premiere la sfida procede parallela, ma in entrambi i casi con la variabili degli scioperi ad Hollywood su cui gli attori, anche se superstar, si scoprono solidali e in prima fila. È accaduto così che alla premiere più attesa, quella di Nolan a Londra capitata proprio il primo giorno dello sciopero indetto dal sindacato attori, il Sag: Cristopher Nolan e il suo cast se ne sono andati nonostante il red carpet fosse stato anticipato di un’ora. E Margot Robbie, la Barbie in carne ed ossa di Greta Gerwig non farà altra promozione al film, restando alle regole del sindacato. Per il pubblico (e il business che gira intorno) resta l’attesa. Interpretato da Cillian Murphy, l’irlandese della serie cult Peaky Blinders, Oppenheimer vede ‘il metodo Nolan’ applicato al biopic sul fisico della bomba atomica. Il regista racconta, da un libro premio Pulitzer, i momenti salienti della vita di Robert Oppenheimer (1904-1967), fisico che ha segnato la storia degli Stati Uniti e del Novecento, contribuendo a portare il mondo in una nuova era: quella nucleare, con tutto quello che consegue. Come di consueto, l’autore del kolossal d’azione Tenet, del film di guerra Dunquerke o dell’epopea astrale Interstellar e della trilogia del Cavaliere Oscuro, ha dispiegato enormi risorse, con riprese cinematografiche in nuovi formati (tra cui l’Imax in bianco e nero), per un kolossal ambizioso a cominciare dal cast, con Emily Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer, il premio Oscar Matt Damon che interpreta il generale Leslie Groves Jr., direttore del Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr. che è Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione statunitense per l’energia atomica, mentre l’emergente Florence Pugh è la psichiatra Jean Tatlock. Ci sono anche Rami Malek e Kenneth Branagh.
Tanto è drammaticamente realistico Oppenheimer con l’incubo bomba nucleare tanto è irreale e ironico Barbie. Sin dalla prima immagine, con Margot Robbie perfettamente calata nella parte della biondissima e Ryan Gosling platinato come Ken, si è capito che l’immaginario pop sarebbe stato investito da un fenomeno che attirando con la scusa della fashion doll ormai 65enne l’astuta Greta Gerwig avrebbe costretto gli spettatori del mondo a fare i conti con una narrazione femminista. Tutto questo non ha fermato l’incredibile operazione di marketing intorno al film, un combinato disposto e irresistibile tra i giocattolai della Mattel e la major di Hollywood Warner. Sono oltre 100 gli accordi con i brand, dalla collezione limitata di Zara con abiti a ruota anni ’60 alle Superga con zeppa rosa da 7 centimetri, dalla casa di Ken a Malibu prenotabile con Airbnb ai pattini a rotelle rosa shocking di Impala, passando per smalti (Opi), pigiami (Primark) ecc ecc. Un fenomeno diventato presto un caso di studio, al punto che sono annunciati altri film da giocattoli famosi (come Hot Wheels e Polly Pocket). Insomma, è solo l’inizio.

(ANSA)