9 aprile 1940: la Germania invade Danimarca e Norvegia per impedire alla Gran Bretagna di bloccare l’afflusso di ferro svedese verso la propria economia. L’invasione segna la fine della cosiddetta “guerra finta” e dà il via ai drammatici successi della blitzkrieg nazista della primavera-estate 1940.
Di Simone Pelizza – fonte@ilcaffegeopolitico.net/
Inizialmente Hitler è poco interessato alla Scandinavia e mira semplicemente a preservare la neutralità dei Paesi locali a tutto vantaggio dell’economia tedesca. Il quadro comincia però a cambiare nelle ultime settimane del 1939: approfittando della guerra tra URSS e Finlandia, la Gran Bretagna comincia infatti a studiare piani di intervento nella regione per rafforzare il blocco navale contro la Germania e impedire l’afflusso vitale di ferro dalla neturale Svezia alle fabbriche naziste. Sebbene tali progetti non portino a nulla di concreto, soprattutto a causa dell’opposizione del Premier Neville Chamberlain (timoroso di eventuali proteste da parte degli USA), la loro esistenza e le pressioni del leader fascista norvegese Vidkun Quisling spingono Hitler a incaricare la Wehrmacht di preparare un piano di occupazione della Norvegia e dei suoi strategici fiordi sul Mare del Nord. Tale piano viene sviluppato principalmente dalla Kriegsmarine e prende il nome di Operazione Weserübung (“Esercitazione del Weser”): un numero ristretto di divisioni di fanteria e reparti speciali occuperà i centri nevralgici del Paese scandinavo, mentre unità navali di superficie e sottomarini forniranno appoggio tattico e impediranno alla Royal Navy di intervenire in aiuto dei norvegesi. Il comando dell’invasione viene affidato al generale Nikolaus von Falkenhorst, esperto di guerra artica, ma sia la Kriegsmarine che la Luftwaffe mantengono ampi margini di autonomia operativa. Inizialmente viene esclusa l’occupazione militare della Danimarca, ma l’importanza dei collegamenti terrestri e aerei del Paese con la vicina Norvegia spingono infine a includere anch’esso nei progetti di invasione.
Nel marzo 1940 la vittoria dell’URSS sulla Finlandia fa precipitare la situazione. Nonostante la fine del conflitto tolga ogni pretesto formale per un intervento in Scandinavia, le insistenze dell’Ammiragliato costringono infine Chamberlain ad approvare l’Operazione Wilfred, ovvero la posa di mine in alcuni fiordi norvegesi. A quel punto però i tedeschi mettono fulmineamente in atto Weserübung, occupando tutta la Danimarca in poche ore e lanciando attacchi diretti contro Oslo e i principali porti norvegesi. Tuttavia l’inaspettata resistenza della fortezza di Oscarborg infligge gravi perdite agli invasori e consente la fuga di re Haakon VII dalla capitale, cosa che complica il tentativo di installare un Governo collaborazionista guidato da Quisling. Nel frattempo, seppur tra ritardi e disorganizzazione, Francia e Gran Bretagna mettono in piedi un corpo di spedizione per sostenere i norvegesi e contrastare l’avanzata tedesca verso i fiordi settentrionali del Paese. Alcuni giorni più tardi tali forze sbarcano in diversi punti della costa norvegese, tra cui il fiordo di Namsos, ma le pessime condizioni climatiche, l’assenza di adeguato equipaggiamento e il dominio aereo della Luftwaffe vanificano ogni tentativo di controffensiva. Gli unici successi franco-britannici avvengono nell’area del porto di Narvik, dove le forze tedesche del generale Dietl vengono infine costrette a ritirarsi dalle loro posizioni a fine maggio. Ma la situazione è ormai compromessa e l’imminente crollo militare della Francia costringe al reimbarco immediato tutte le unità alleate. Il 9 giugno le operazioni militari in Norvegia cessano e il Paese deve affrontare cinque lunghi anni di occupazione nazista. L’unica “consolazione” per gli Alleati sono le gravi perdite subite dalla Kriegsmarine durante i combattimenti nei fiordi, che limiteranno la sua efficacia operativa contro la Gran Bretagna nei mesi successivi.
L’invasione di Danimarca e Norvegia mette fine alla cosiddetta “guerra finta”, cioè il periodo di inazione militare seguito alla caduta della Polonia, e dà il via alle grandi offensive tedesche della primavera-estate del 1940, destinate a mutare seriamente il quadro strategico della seconda guerra mondiale in Europa. Allo stesso tempo i fiordi norvegesi forniranno un buon punto d’appoggio per gli U-Boat durante la battaglia dell’Atlantico e verranno presi ripetutamente di mira dalle forze britanniche con raid aerei e operazioni di commandos supportate dalla resistenza norvegese.