– “La registrazione della nascita garantisce ai bambini un riconoscimento immediato da parte della legge, fornendo una base per la protezione da danni e sfruttamento, nonché l’accesso a servizi essenziali come vaccini, assistenza sanitaria e istruzione”, ha dichiarato il Direttore Esecutivo dell’UNICEF Catherine Russell in una dichiarazione che accompagna il rapporto.
“Nonostante i progressi, troppi bambini rimangono non contati e non censiti, di fatto invisibili agli occhi del governo o della legge”, ha aggiunto.Più della metà di questi bambini risiede nell’Africa subsahariana, dove solo il 51% dei bambini e delle bambine sono registrati, secondo il rapporto.
Secondo l’UNICEF, gli ostacoli alla registrazione sono rappresentati dalla scarsa conoscenza del processo da parte delle famiglie, dai costi elevati, dall’insufficiente volontà politica e, in alcune regioni, dalla discriminazione basata su genere, etnia o religione. Nonostante i recenti progressi nella registrazione delle nascite, circa 150 milioni di bambini in tutto il mondo rimangono “invisibili”, privi di identità legale ed esposti al rischio di apolidia e di violazioni dei diritti, ha avvertito l’UNICEF.
In un nuovo rapporto, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia ha stimato che il 77% dei bambini al di sotto dei cinque anni ha registrato la propria nascita negli ultimi cinque anni, con un aumento di due punti percentuali rispetto al 2019. Ma anche con questi “notevoli passi avanti”, 150 milioni di bambini piccoli sono in un limbo legale perché non sono stati registrati, mentre altri 50 milioni sono stati registrati ma non possiedono un certificato di nascita ufficiale. I certificati di nascita sono fondamentali per affermare l’identità e l’età di una persona. Tale prova è spesso essenziale per stabilire la nazionalità e la protezione dal lavoro minorile, dal matrimonio forzato o dal reclutamento di minorenni da parte delle forze armate. (AGI)