Onu: eletti i 5 membri non permanenti al Cds, c’è la Somalia.


Due Paesi europei sono entrati nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: sono Danimarca e Grecia. E con loro c’è la Somalia. Sono stati eletti come membri non permanenti insieme con Pakistan e Panama ed entreranno a far parte del consiglio dal 1° gennaio 2025.
L’incarico durerà due anni. Il Consiglio di sicurezza è l’unico organismo delle Nazioni Unite che può adottare decisioni vincolanti, come imporre sanzioni e autorizzare l’uso della forza. Cinque sono i Paesi membri con potere di veto – Stati Uniti, Cina, Russia, Gran Bretagna e Francia – ma anche i Paesi non permanenti hanno un peso politico, considerando che una risoluzione per essere approvata ha bisogno, oltre all’assenza di veti da parte di uno dei cinque membri permanenti, la maggioranza di nove voti su quindici.
Inoltre, al massimo per due volte ogni membro non permanente può svolgere il ruolo di presidente del Consiglio di sicurezza e fissare per un mese l’agenda politica di questo organismo.
I cinque Paesi eletti sostituiranno Ecuador, Giappone, Malta, Mozambico e Svizzera. La scelta generalmente riflette l’equa distribuzione delle aree geografiche: la Danimarca fa parte dell’Ue ma ha moneta propria e viene considerata del West Europe. La Grecia, che fa parte a pieno titolo dell’Unione Europea, rientra nell’East Europe. La prima ha ricevuto 184 voti, la seconda 182. Il Pakistan ha raccolto 182 voti, Panama 183 e la Somalia 179 voti. L’elezione di quest’ultima ha un valore importante perché arriva un mese dopo la richiesta da parte del governo somalo di mettere fine alla missione politica dell’Onu, che per oltre un decennio ha fornito assistenza nella creazione della pace interna, nel realizzare le riforme in difesa della democrazia e per mettere lo Stato in sicurezza.
La richiesta di terminare la missione dei 360 membri dell’Unsom aveva colto di sorpresa gli stessi membri. L’ingresso della Somalia tra i membri non permanenti del Consiglio di sicurezza appare come un atto politico per ufficializzare la normalizzazione del Paese e l’avvio di una nuova fase, in piena autonomia. (AGI)