Ogni anno in Italia ci sono 13 stragi familiari


AGI – In Italia nell’arco degli ultimi dieci anni si sono registrate 131 stragi familiari, per un totale di 287 morti: nel 90,1% dei casi (118) gli autori sono stati uomini, nel 9,9% (13) donne. È l’Eures a diffondere il tragico dato nel giorno della strage di Licata, dove un 48enne ha ucciso a colpi di pistola il fratello, la cognata e i due nipoti di 15 e e 11 anni prima di togliersi a sua volta la vita.

Secondo la banca dati dell’Istituto di ricerche economiche e sociali, nella larga maggioranza delle stragi familiari commesse da un uomo la vittima principale è la moglie o l’ex moglie (con 66 vittime dal 2010, pari al 56%), mentre i figli o altri parenti rappresentano le “vittime collaterali” di un evento principalmente diretto contro partner ex partner.

Frequenti anche i genitoricidi, ovvero l’omicidio di entrambi i genitori, con 14 casi negli ultimi 10 anni (11%) e i figlicidi multipli (12 casi, pari al 10,2%), questi ultimi spesso per ‘colpire’ la moglie o l’ex moglie. Molto numerosi gli omicidi multipli che coinvolgono altre figure familiari (fratelli, zii, nonni, nipoti, ecc) che rappresentano complessivamente il 33% degli eventi e il 29,3% delle vittime (84).

Quando invece a uccidere è una donna, la strage familiare colpisce quasi esclusivamente i figli – in 11 casi, pari all’84,6% delle stragi familiari firmate da una donna – mentre nei restanti soli due casi si tratta di genitoricidi. Complessivamente i figli uccisi nelle stragi familiari sono stati nell’ultimo decennio ben 94 (70 dai padri e 24 dalle madri).

I suicidi ‘allargati’

Nel 54,2% dei casi (71 in valori assoluti) gli autori, dopo aver commesso la strage, si sono suicidati (da qui la definizione di “suicidi allargati”), a fronte del restante 45,8% (pari a 60 autori) che non si sono invece tolti la vita. Tale dinamica – sempre secondo l’Eures – avviene piu’ frequentemente quando l’autrice è una donna (delle 13 autrici di stragi familiari ben 8, pari al 61,5%, si sono tolte la vita), a fronte di un più contenuto 53,4% rilevato tra gli autori maschi (con 71 suicidi a fronte di 60 autori ancora in vita).

Un epilogo ricorrente soprattutto quando le vittime sono i figli – o i figli e la moglie/ex moglie – più raro quando a essere uccisi sono i genitori o altre figure familiari.

L’arma del delitto

Nelle stragi familiari, emerge una centralità delle armi da fuoco, che hanno determinato il 42,1% delle vittime (52,9% nei casi di suicidio dell’autore), seguite, con ampio scarto, dalle armi da taglio (29,7% delle vittime): valori meno significativi si osservano per il ricorso alla violenza fisica (7,6%), ad armi improprie (5,2%) e a farmaci o veleni (4,5%). 

Source: agi