Nord, Centro e Sud: chi paga le tasse (e quanto)


Michaela Camilleri

Dai dati MEF e Agenzia delle Entrate rielaborati dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali all’interno della settima edizione del Rapporto “La Regionalizzazione del Bilancio Previdenziale italiano” emerge un quadro chiaro relativo al versamento della più importante imposta diretta: il totale dei redditi prodotti nel 2021 e dichiarati nel 2022 ai fini IRPEF è ammontato a 894,162 miliardi, per un gettito IRPEF generato di 175,17 miliardi (157 per l’IRPEF ordinaria; 12,83 per l’addizionale regionale e 5,35 per l’addizionale comunale), in crescita rispetto ai 164,36 miliardi dell’anno precedente. I dichiaranti sono 41,497 milioni ma i versanti, vale a dire coloro che pagano almeno 1 euro di IRPEF, sono solo 31,366 milioni: ciò significa che a ogni contribuente corrispondono 1,427 abitanti.

Il 2021 è stato un anno di recupero dell’economia dopo la crisi pandemica del 2020, con un incremento del gettito fiscale di 10,8 miliardi di euro (+6,57%). L’aumento ha superato abbondantemente la perdita di 8,2 miliardi registrata nell’anno precedente, con il Nord che registra un incremento di gettito del 7,18% dal -5,38%, a fronte del 5,97% dal -4,58% del Centro e del 5,54% dal -4,75% del Sud. Dalla distribuzione geografica dei versamenti IRPEF risulta che il Nord contribuisce per 100,6 miliardi, pari al 57,43% del totale, il Centro con 38,2 miliardi pari al 21,83% del totale, mentre il Sud porta in dote 36,3 miliardi, pari al 20,74% del gettito complessivo. Una situazione di forte squilibrio, rimasta oltretutto stabile nel tempo (a riprova di interventi scarsi e inefficaci), che trova conferma anche analizzando le singole Regioni: con poco meno di 10 milioni di abitanti, la Lombardia versa 40,3 miliardi di IRPEF, vale a dire un importo maggiore dell’intero Mezzogiorno, che ne conta almeno il doppio, e persino superiore a quello dell’intero Centro (11,8 milioni di abitanti); al Nord spiccano anche l’Emilia Romagna (16,3 miliardi di imposta versata), il Veneto (15,8 miliardi) e il Piemonte (14,9 miliardi), anche in termini di incremento percentuale rispetto all’anno precedente (rispettivamente +7,2%, +7,8% e +6,7%); al Centro, con l’esclusione del Lazio che beneficia di tutte le attività accentrate dello Stato, la Toscana contribuisce con 11,6 miliardi di gettito (+7,2% rispetto al 2020) mentre al Sud Campania, Sicilia e Puglia, ovvero le regioni più popolose, versano rispettivamente 10, 8,1 e 7,2 miliardi.

Un ulteriore utile indicatore di sostenibilità è poi offerto dal rapporto tra contribuenti/versanti e popolazione: confrontando il numero dei contribuenti con quello degli abitanti, risulta che al Sud a ogni singolo contribuente corrispondono 1,61 abitanti, 1,4 al Centro e 1,33 al Nord; valori che, senza troppe sorprese, riflettono il minore tasso di occupazione nelle regioni meridionali. Al Nord i contribuenti sono il 75% della popolazione ma quelli che versano almeno 1 euro di IRPEF rappresentano il 60%, al Centro i contribuenti rappresentano il 71,5% della popolazione ma i versanti solo il 54,7% e addirittura al Sud la quota di contribuenti è pari al 62,3% ma solo il 42,19% dichiara un reddito positivo.

Il dato più significativo da considerare è tuttavia l’ammontare del versamento IRPEF pro capite: l’importo è di 6.098 euro al Nord, 5.932 euro al Centro e 4.313 euro al Sud. A livello di singola regione, il versamento pro capite vede sempre in testa il Lazio con 6.867 euro (la regione ospita sia le istituzioni, italiane e straniere, sia il Vaticano); seguono la Lombardia con 6.837 euro, la provincia autonoma di Bolzano con 6.080 euro, altre regioni del Nord (Emilia Romagna, Piemonte, Liguria, Veneto) e la Toscana con più di 5.000 euro circa. Quello per abitante vede invece in testa la Lombardia con 4.035 euro, seguita poi dalla provincia autonoma di Bolzano con 3.839 e dunque dall’Emilia-Romagna con 3.665 euro; sul versante opposto, le quote più basse si trovano in Calabria con 1.621 euro per abitante, seguita dalla Sicilia con 1.678 euro, ben al di sotto dei 2.144 euro annui della spesa pro capite per la sola sanità.

Approfondendo ulteriormente il livello di analisi ed entrando nel dettaglio della ripartizione regionale dei contribuenti per fasce di reddito, emerge che:

i dichiaranti redditi fino a 15.000 euro rappresentano al Nord il 35,95% del totale e il 27% degli abitanti, al Centro rispettivamente il 41,9% e il 29,8% degli abitanti e al Sud il 54,1% e il 33,7%;

i contribuenti con redditi da 15.000 a 29.000 euro sono per il 38,75% del totale e il 29,1% degli abitanti residenti al Nord; il 34,7% e 24,8% rispettivamente per il Centro con il Sud fermo a 29,8% e 18,6%;

per la fascia con redditi tra 29.000 e 55.000 euro troviamo il Nord con il 19,34% di contribuenti e 14,52% di cittadini, il Centro con il 17,8% e 12,7% e il Sud che si stacca ancor più con il 13,1% e l’8,1%;

per la fascia con redditi fra 55.000 e 100.000 euro troviamo al Nord il 4,24% di contribuenti, pari al 3,2% della popolazione, al Centro il 4,1% e 2,7% mentre al Sud il 2,3% e 1,4%;

infine, si registrano per i redditi oltre i 100.000 euro l’1,72% e l’1,29% al Nord, l’1,56% e l’1,11% al Centro mentre il Sud segna lo 0,72% e lo 0,ipot

Il ritratto di un Paese spaccato, con un Nord sviluppato, un Centro che gli si avvicina (trainato soprattutto dal Lazio) e un Sud apparentemente povero trova ulteriore riscontro anche nell’analisi delle altre principali imposte dirette e indirette, tra cui l’IVA che dopo l’IRPEF contribuisce fortemente alle entrate del bilancio statale. Il gettito relativo all’anno di imposta 2021 e dichiarato nel 2022 è di 130,995 miliardi di euro, con il Nord, il cui volume d’affari è pari al 62,80% del totale, che versa il 63,66% dell’intera imposta. Il Centro con il 23,37% di imponibile versa il 25,16%, mentre il Sud – con un imponibile del 12,04% – corrisponde il 10,33% di tutta l’IVA. Il gettito pro-capite evidenzia un elevato livello di sommerso: il Nord con 27.486.438 di abitanti ha un pro capite di 3.034,10 euro, il Centro con 11.786.952 di abitanti versa 2.796,11 euro per cittadino mentre il Sud, con 19.962.823 di abitanti, versa un’IVA pro capite di appena 677,56 euro. Considerato che la sola Lombardia corrisponde 46,446 miliardi di IVA, il 30% del più delle regioni meridionali, diventa facile ipotizzare fenomeni di evasione.

Fonte: Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali