Netanyahu avverte Hamas: "Continueremo a colpire obiettivi dei terroristi"


AGI – Non si placa l’escalation di violenza tra Israele e Hamas, nonostante gli sforzi della diplomazia internazionale per arrivare a un cessate il fuoco. Il numero di vittime palestinesi a Gaza è salito a oltre 200, tra cui almeno 59 bambini; 38 mila sono gli sfollati a causa dei raid e 2.500 sono rimasti senza casa, ha denunciato l’Onu.     

L’esercito israeliano ha annunciato l’uccisione dell’alto comandante della Jihad islamica Hassam Abu-Harbid, morto in un bombardamento che ha preso di mira la sua abitazione; il gruppo fondamentalista ha reagito minacciando di colpire la Knesset e il porto di Haifa. Lo Stato ebraico ha anche rivendicato di aver colpito le case di cinque alti esponenti di Hamas, di aver distrutto il principale centro operativo delle forze di sicurezza interna del Movimento islamico e di aver sventato un tentativo di attaccare lo Stato ebraico dal mare.

“Le istruzioni sono di continuare a colpire obiettivi terroristici”, ha sottolineato il premier Benjamin Netanyahu, al termine di una riunione del gabinetto di sicurezza, lodando l’operato delle forze armate (Idf).     Sirene hanno continuato a suonare, nel mirino Sderot, Ashkelon, Ashdod, Kissufim, Netivot e le comunità intorno alla Striscia di Gaza. Sono circa 3.350 i razzi sparati verso Israele dall’inizio dell’operazione “Guardiano delle Mura” la settimana scorsa; di questi circa 500 sono caduti nella stessa enclave. Dieci i morti finora, compreso un bimbo di sei anni, e oltre 300 i feriti.      

Sul fronte diplomatico, l’attività è frenetica ma finora senza risultato: Washington ha bloccato per la terza volta una bozza di dichiarazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu; dalla Casa Bianca, la portavoce ha rassicurato sugli sforzi dell’amministrazione di Joe Biden per raggiungere una de-escalation, sottolineando che sono oltre 60 le telefonate compiute con le controparti mediorientali. 

Intanto da Ramallah, è arrivato l’appello del presidente palestinese Abu Mazen agli Usa per fermare “l’aggressione di Israele”. Incontrando l’inviato americano, Hady Amr, il leader dell’Anp ha chiesto anche di “avviare iniziative per a una soluzione politica basata sulle risoluzioni delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale”.     

A lavorare a una mediazione per un cessate il fuoco e’ l’Egitto, coadiuavato da altri Paesi. Il ministro degli Esteri del Cairo, Sameh Shoukry, ha avuto un colloquio con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, il quale ha sentito anche l’omologo saudita, Faisal bin Farhan al Saud. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha sentito Netanyahu al quale ha espresso “solidarietà” riaffermando “il diritto” di Israele “ad autodifendersi” contro i razzi. A Parigi si sono incontrati il presidente francese, Emmanuel Macron, e l’omologo egiziano, Abdel Fattah al-Sisi: il capo dell’Eliseo ha annunciato che nei prossimi giorni lavorera’ con il presidente egiziano e il re giordano su una proposta concreta di cessate il fuoco e un percorso possibile verso colloqui tra israeliani e palestinesi.     

La situazione rimane tesa anche in Cisgiordania così come tra arabi ed ebrei in Israele: per domani, il comitato che rappresenta la minoranza araba nello Stato ebraico ha proclamato uno sciopero generale, una protesta sostenuta anche da Al Fatah, la fazione che fa capo ad Abu Mazen.

Source: agi