Nessuno batte i sardi a morra, nemmeno un robot


AGI – Gavina2121 è un robot programmato per giocare a morra, più sofisticato del suo predecessore Gavin del 2010, ma in Sardegna neppure per lei c’è stata partita, forse complice, a dirla tutta, un malfunzionamento dei suoi sensori in notturna. Gli sfidanti umani accorsi a Bitti, nel Nuorese, da Barbagia e Ogliastra, hanno battuto Gavina, che due donne del paese hanno vestito con cura con uno stile tradizionale sardo, per la sua prima uscita in pubblico, con camicia bianca, gonna nera e il fazzoletto nero sulla testa.

E ora nel paese ogliastrino di Urzulei, le vogliono persino conferire la cittadinanza onoraria, come annuncia il vicesindaco Silvio Pisu: “La comunità di Urzulei sta lavorando da decenni per valorizzare il gioco della Morra sarda”, ricorda l’amministratore. “Ora stiamo studiando perbene la normativa nazionale per capire se è possibile dare la cittadinanza onoraria a Gavina2121. Sarebbe la prima volta che un robot, o meglio una intelligenza artificiale pensata dall’uomo, porta a casa un riconoscimento del genere con tanto di documento di cittadinanza”.  “Gavina2121”, aggiunge il vicesindaco, “sarà a breve ospitata negli spazi che stiamo allestendo per il futuro museo del gioco della morra a Urzulei”. 

“Mai due partite uguali”

“Gavina non gioca mai due partite allo stesso modo”, ha spiegato il professor Antonello Zizi dell’associazione ‘Sociu po su jocu de sa Murra’, nel descrivere le differenze fra lei e Gavin 1.0, applicazione da lui progettata nel 2010. “Le innovazioni principali  riguardano le modalità di apprendimento dei cervelli bayesiani non lineari, i quali conferiscono al robot un comportamento altamente competitivo e totalmente non deterministico”.

Ma evidentemente non sufficienti per battere i cervelli dei giocatori della Sardegna, dove la morra è un antico gioco identitario, per qualcuno addirittura un’arte.  “Dal punto di vista delle neuroscienze, la Morra sarda è un vero prodigio del cervello, dove molte funzioni complesse (visione, udito, movimento, memoria) s’intersecano e si coordinano in un tempo eccezionalmente breve, al solo scopo di vincere”, rivela il docente del dipartimento di Scienze biomediche dell’università di Sassari, Paolo Enrico. “Dei meccanismi di questo piccolo miracolo sappiamo ben poco, ma oggi abbiamo l’occasione di usare i metodi delle neuroscienze per studiarlo e soprattutto per capire cosa la Morra sarda ci può insegnare sulla capacità del nostro cervello di prendere decisioni complesse in tempi brevissimi”. 

L’importanza della morra

Secondo Carla Meloni e Rachele Fanari, docenti al dipartimento di Pedagogia, psicologia e filosofia dell’università di Cagliari, la morra può migliorare l’apprendimento dei più piccoli in età scolare. “La capacità di cogliere il mondo in termini di numerosità è innata”, spiega Meloni. “Con lo sviluppo del bambino le abilità numeriche diventano sempre più complesse, soprattutto quando si inizia l’apprendimento formale della matematica. Utilizzare un gioco come la morra, che è divertente e stimolante, potrebbe supportare la comprensione e manipolazione delle quantità nella scuola primaria”.

La rivincita tra Gavina e giocatori umani si terrà presto e forse il risultato potrebbe essere diverso. 

Source: agi