Giuseppe Neri, capogruppo di Fratelli d’ Italia in Consiglio regionale della Calabria e accusato dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria di voto di scambio politico-mafioso nell’ inchiesta “Ducale”, ha annunciato di auto-sospendersi politicamente dal partito. “La vicenda giudiziaria che, mio malgrado mi vede coinvolto – afferma – ha scosso profondamente me, la mia famiglia oltre che i tanti amici, dirigenti e militanti del partito che ringrazio per l’affetto e la solidarietà dimostrata». Neri, inoltre, sottolinea “la profonda amarezza della decisione, condivisa e concordata con i vertici regionali e organizzativi nazionali di Fratelli d’Italia, necessaria al fine di evitare ulteriori strumentalizzazioni e speculazioni politiche”. Il Consigliere regionale, ancora, evidenzia nel suo comunicato stampa, “l’inequivocabile pronunciamento del Gip sulla mia indiscutibile estraneità a qualsiasi forma di reato, posizione per nulla evidenziata dalla quasi totalità degli organi di informazione locali e nazionali, che hanno invece inteso dare esclusivo risalto alle ipotesi formulate dalla Procura”. Nell’ inchiesta “Ducale”, che vede coinvolta la cosca di ndrangheta ‘Araniti’, eseguita dai carabinieri del Ros, la Procura della Repubblica aveva richiesto la misura cautelare in carcere per Giuseppe Neri e per il consigliere comunale di Reggio Calabria, Giuseppe Sera(Pd), per avere chiesto il sostegno elettorale della cosca Araniti nelle elezioni del 2020 e 2021, richiesta respinta dal Gip Vincenzo Quaranta per “carenza della soglia minima” di prova. Nell’ indagine è indagato anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatá (Pd). (AGI)