'Ndrangheta, il maxi processo "Rinascita-Scott" si terrà a Catanzaro


AGI – Sarà celebrato a Catanzaro il maxi processo “Rinascita-Scott“, il più grande processo al crimine organizzato dopo quello istruito a Palermo da Giovanni Falcone. Alla sbarra  il gotha della ‘ndrangheta del Vibonese e i  presunti referenti politici e istituzionali delle cosche.

Al momento in tutto 413 persone che potrebbero diventare quasi 500 con la chiusura delle indagini preliminari, alle quali si aggiungeranno i magistrati e il personale del ministero della Giustizia che dovranno supportarli e gli avvocati. Occorre dare una sistemazione, è stato calcolato, ad almeno 600 persone nel rispetto delle norme anti coronavirus.

In assenza di una struttura con i requisiti  giusti e scartate alcune opzioni come quella di utilizzare il  palasport di Vibo Valentia, era stata paventata l’ipotesi di trasferire le udienze fuori dai confini calabresi. Le aule bunker di Roma, Napoli o Palermo le strutture candidate.

Un’eventualità a cui si era opposto per primo Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, che ha coordinato l’operazione dei Carabinieri. Dopo l’audizione di ieri in commissione antimafia, Gratteri stamane ha individuato la soluzione  insieme con i vertici del distretto giudiziario.

Il percorso che dovrà garantire la celebrazione del processo in sicurezza è stato concordato stamattina al termine di una conferenza alla presenza, oltre che di Gratteri, del  presidente della Corte d’Appello, Domenico Introcaso, del  procuratore generale facente funzioni, Beniamino Calabrese, e del nuovo presidente del tribunale, Rodolfo Palermo.

Con loro anche il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro, Antonello Talerico, dopo le preoccupazioni esternate nei giorni scorsi dai difensori degli indagati per i disagi che la trasferta per le udienze avrebbe causato. 

È stato lo stesso Gratteri a confermare che la soluzione è stata individuata. “E’ ufficiale, ne abbiamo parlato stamattina” ha detto all’AGI il procuratore . L’udienza preliminare, prevista per luglio, si terrà  in una tensostruttura in attesa della costruzione della nuova aula bunker che sarà realizzata in un’area inutilizzata nelle adiacenze del Tribunale per i Minorenni, con una capienza di mille persone.

La tensostruttura sorgerà nei pressi della casa circondariale del quartiere Siano, alla periferia est del capoluogo di regione. L’aula bunker, a lavori ultimati, destinata ad ospitare i grandi processi che saranno celebrati in Calabria, aprirà le porte per primi ai protagonisti  del maxi processo “Rinascita Scott”.

Il terreno individuato per costruire la moderna aula bunker è  di proprietà del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e versa nel più totale abbandono, “coperto da due metri di erbacce”, aveva sottolineato Gratteri nel corso dell’audizione in commissione antimafia.

L’operazione “Rinascita-Scott” della Dda è stata  condotta  dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia e dai Ros di Catanzaro e Roma, coordinati da Gratteri e dai sostituti Camillo Falvo, (nel frattempo divenuto procuratore di Vibo Valentia), Antonio De Bernardo, Andrea Mancuso e Annamaria Frustaci.

L’inchiesta ha colpito i principali casati di ‘ndrangheta del Vibonese:  i Mancuso di Limbadi, i Lo Bianco-Barba-Pardea di Vibo, i Fiarè-Razionale-Gasparro di San Gregorio d’Ippona, gli Accorinti di Zungri, i Bonavota di Sant’Onofrio, i La Rosa di Tropea, i Cracolici di Maierato ed i Soriano di Filandari. In carcere pure avvocati, carabinieri e poliziotti infedeli, impiegati del Tribunale di Vibo, accusati di passare informazioni “sensibili” ai clan in merito alle indagini che li riguardavano.

Ma anche imprenditori e politici, come l’ex sindaco di Pizzo Calabro, Gianluca Callipo, l’ex consigliere regionale del Pd Pietro Giamborino, oltre che l’ex parlamentare di Forza Italia, poi transitato in Fratelli d’Italia, Giancarlo Pittelli, che è anche un noto penalista.

Un lavoro investigativo imponente che ha portato anche allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Pizzo Calabro. Commissioni di accesso agli atti potrebbero presto insediarsi in altri Comuni al centro dell’inchiesta, come Vibo Valentia e Zungri. 

Contro l’ipotesi del trasferimento del processo in una sede lontana dalla Calabria si erano pronunciate nei giorni scorsi diverse forze politiche. “Auspichiamo che il maxi processo Rinascita-Scott contro la ‘ndrangheta, come ha ribadito il procuratore Nicola Gratteri in audizione in commissione Antimafia, si tenga in Calabria e sappiamo che il ministro Bonafede si sta già muovendo in tal senso” avevano detto stamani  i parlamentari del Movimento 5 Stelle componenti della commissione antimafia. 

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Fonte: cronaca agi