Milano, 24 ott. – Diciotto persone sono state raggiunte da una misura cautelare emessa dal gip di Milano nell’ambito di un’inchiesta della Dda, condotta dalla Dia, dal nucleo investigativo dei Carabinieri di Monza e dal nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, con le accuse, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, all’estorsione ed al compimento di numerosi frodi nell’ottenimento illecito di contribuiti Covid e bonus fiscali, i cui proventi erano destinati ad agevolare le attività dell’ndrangheta ed in particolare della cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti.
Dall’indagine avviata nel 2019 sono emersi due gruppi criminali: uno responsabile di reati economico-finanziari e l’altro di traffico di droga e di estorsioni. Entrambi – stando alle pm Paola Biondolillo e Sara Ombra, coordinate dalla procuratrice aggiunta Laura Pedio – sarebbero stati diretti da un medico calabrese, collaboratore di alcune Rsa milanesi, già condannato in via definitiva per traffico di sostanze stupefacenti e, soprattutto, figlio dello storico capo della cosca, attualmente detenuto in regime di 41-bis a seguito di condanna irrevocabile per associazione mafiosa.