AGI – A tre mesi di distanza dal trionfo europeo la Nazionale va a caccia del bis e mette nel mirino un altro trofeo continentale.
La Uefa Nations League, infatti, sbarca in Italia per la fase finale e gli Azzurri sperano di replicare la storica doppietta di coppe siglata dal Portogallo di CR7 nella precedente edizione.
Nel cammino italiano ancora una volta c’è la Spagna, nell’ultima sfida superata faticosamente solo ai rigori: gli uomini di Mancini la affronteranno domani sera alle 20.45 a Milano in un replay della semifinale di Wembley.
La partita sarà arbitrata dal russo Sergei Karasev. Lo stadio San Siro è già sold-out, 37.000 biglietti venduti, con i tifosi pronti a spingere agli Azzurri verso un’altra ‘notte magica’.
Dall’altro lato del tabellone di Nations League, ci sono invece la Francia campione del mondo e il Belgio guidato da Lukaku che scenderanno in campo giovedì allo Juventus Stadium di Torino.
Le vincenti delle semifinali si scontreranno domenica sera a Milano, nel pomeriggio la finalina per il terzo posto.
La formazione degli Azzurri
In occasione della sfida contro le Furie Rosse, il ct Roberto Mancini pensa a una formazione simile a quella di luglio con alcuni correttivi soprattutto a centrocampo, destinato ancora una volta ad essere l’ago della bilancia.
Il modulo azzurro rimane il consueto 4-3-3: tra i pali Donnarrumma, al centro della difesa quasi certa la coppia Bonucci e Chiellini. Sulle fasce i terzini favoriti sono Emerson Palmieri che ha blindato il posto perché Spinazzola è ancora out e Di Lorenzo che se la gioca contro un Calabria in grande spolvero ma indietro nelle gerarchie.
In mediana parte avvantaggiato il trio Verratti-Jorginho-Barella ma Mancini deciderà solo all’ultimo. Il ct azzurro, memore del gioco iberico che agli Europei imbrigliò il nostro centrocampo, potrebbe variare i componenti per sfuggire al pressing avversario.
Tra i candidati a rilevare Verratti, magari a partita in corso c’è Locatelli, apparso in buona forma nelle ultime uscite in bianconero, e Cristante.
Un’altra opzione è l’incursore romanista Pellegrini che in virtù della vocazione offensiva potrebbe venire schierato davanti con compiti di ripiegamento.
In attacco sono assenti le punte titolari, Immobile e Belotti, scalpitano Raspadori e Kean, con il primo in vantaggio. Confermato sulla sinistra Insigne, Mancini deve scegliere se completare il tridente con un ispirato Chiesa a destra oppure dirottarlo in mezzo come falso nueve e inserire Berardi.
Senza dimenticare la candidatura di Bernardeschi in grado di garantire maggiore duttilità. Per quanto riguarda la Spagna invece spiccano le assenze di Pedri, Dani Olmo e Morata, oltre ovviamente a quella del senatore Sergio Ramos.
In porta Luis Enrique dovrebbe nuovamente puntare su Unai Simon, sulle corsie laterali spazio ad Azpilicueta e Marcos Alonso, in mezzo è sicuro del posto Laporte mentre si sfidano al ballottaggio Eric Garcia e Pau Torres. In mezzo al campo ci saranno quasi sicuramente Busquets a fare perno e Koke, l’incognita rimane la seconda mezzala.
A disposizione ci sono Rodri, Merino che ha caratteristiche più offensive e il baby centrocampista blaugrana Gavi del 2004. Davanti saranno della partita Sarabia, Fernan Torres e Oyarzabal che si sfidano per occupare la casella del falso nueve al centro.
Gli Azzurri guidati da Mancini scendono in campo per allungare la striscia record di imbattibilità, 37 partite, e confermarsi al vertice del calcio europeo, le Furie Rossi per vendicare la dolorosa eliminazione di luglio.
Domani con il 39esimo incontro tra le due squadre la Spagna diventerà insieme alla Francia la seconda avversaria più affrontata nella storia della Nazionale.
Il bilancio al momento è in assoluta parità: 11 vittorie a testa e 16 pareggi ma se si restringe il campo alle gare ufficiale (17), gli Azzurri sono avanti 6 a 3, con 8 pareggi nel mezzo.
Altre buone sensazioni arrivano da San Siro: gli Azzurri non perdono a Milano da 93 anni, merito di un ruolino di marcia con 22 vittorie e sei pareggi, di cui cinque negli ultimi appuntamenti tra cui quello contro la Svezia che costò la qualificazione mondiale.
Source: agi