Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotidiano dei Contriuenti)
Nasce dall’intesa tra Eni ed il Politecnico di Torino il laboratorio di ricerca congiunto denominato More, ovvero Marine Offshore Renewable Energy Lab. Obiettivo del nascente centro lo studio e lo sfruttamento dell’energia del mare, che rappresenta oggi la più grande fonte rinnovabile del mondo.
L’inaugurazione ha visto la presenza di Claudio De Scalzi, Lucia Calvosa – rispettivamente Ad e presidente di Eni – e di Gaetano Manfredi, Ministro dell’Università e della Ricerca. Questo importante accordo, come ricorda De Scalzi, suggella la collaborazione ultradecennale tra Eni e Politecnico e getta un ponte verso il futuro e la decarbonizzazione. Secondo le più recenti stime, infatti, le onde potrebbero sviluppare, in tutto il mondo, una potenza di 2 TeraWat, cioè 18.000 kilowattora all’anno. Numeri significativi che, sostanzialmente, coprirebbero il fabbisogno annuale di energia elettrica in tutto il globo. Un ulteriore vantaggio è dato dal fatto che l’energia delle onde è più prevedibile, modulata e continua delle altre fonti rinnovabili.
Il laboratorio, grazie al rinnovo della collaborazione tra le parti sancita lo scorso gennaio, avrà a disposizione risorse per circa 40-50 milioni di euro per i prossimi 4 anni, ai quali andrà aggiunto un ulteriore investimento di 2 milioni per l’istituzione di una cattedra universitaria sull’energia del mare. Lo scopo sarà la formazione di ingegneri specializzati nella progettazione, realizzazione e utilizzo delle nuove tecnologie che saranno sviluppate proprio nel laboratori. L’attività di ricerca del More Lab sarà ampia e scrupolosa, affinché possano essere studiate tutte le fonti di energia marina, investigando non soltanto il moto ondoso, ma anche l’eolico ed il solare.
La base della struttura sarà, chiaramente, a Torino, ma i test veri e propri saranno effettuati preso il centro ad hoc del Policlinico, sito nell’isola siciliana di Pantelleria. I ricercatori coinvolti, tra personale di ruolo e dottorandi un/tesisti del Politecnico, saranno circa 50 e si interfacceranno continuamente con i tecnici Eni, per tradurre “nella pratica” i risultati degli studi condotti.
Le premesse sembrano, dunque, ottimali per avviare un significativo percorso che guarda al futuro e all’innovazione, mettendo in campo le risorse e le competenze migliori.