Nasce il gin Fregene, evoca gli aromi del pinolo della pineta


In un calice i sentori di mare del litorale laziale e quelli della pineta e macchia mediterranea.

E’ quanto evoca fin dal primo assaggio il neonato gin Fregene, una produzione di nicchia, in un centinaio di bottiglie andate già esaurite, ma che ora si ripeterà in numeri più consistenti in una seconda distillazione sempre in stile London dry, il top per la categoria. In etichetta una pigna e la scritta blu mare Fregene, a evocare la doppia vocazione di terra e di litorale della località amata dai Romani, e non solo, per il primo sole, la cucina marinara, e le passeggiate in pineta e sulle dune.

L’iniziativa è dei “Gastrofighetti”, un gruppo di amici che contempla cuochi, ristoratori, enotecari e un avvocato – tutti amanti della buona tavola – che, come racconta lo chef Gianfranco Pascucci, “è riuscito nell’impresa di mettere Fregene in etichetta. Oltre al ginepro, volevamo una caratterizzazione floreare e resinosa, i profumi di una passeggiata a Fregene, e l’abbiamo ottenuta tramite sedici botaniche che contemplano anche il nostro tipico mirto che utilizziamo anche per il pesce alla brace, la rosa, l’iris, la quercia. Per la produzione abbiamo adottato lo standard di massima qualità, il London dry, e ci siamo affidati a qualificati distillatori toscani che selezionano anche l’alcol da basi biologiche e prodotti certificati.

Una idea nata per gioco, ma che ci ha subito appassionato e ha trovato consensi da esperti di settore. Ora il gin lo fanno in tanti, ma per noi è un modo per raccontare e far viaggiare Fregene, un brand che fa sognare, e il suo distretto enogastronomico sempre più vivace”. (ANSA).