Nagorno Karabakh: Baku ed Erevan verso pace, stabiliti confini


Armenia e Azerbaigian hanno annunciato oggi l’inizio dei lavori per la delimitazione dei confini nella contesa area del Nagorno Karabakh, nel Caucaso Meridionale. Si tratta di un passo verso la normalizzazione dei rapporti tra due Paesi in guerra sin dal 1989. L’annuncio è arrivato direttamente dai ministri degli Interni di Yerevan e Baku, che hanno confermato il via al lavoro sul campo mirato alla definizione dei confini, da effettuare in base alle mappe del periodo sovietico. A spianare la strada alla delimitazione dei rispettivi territori è stata la decisione del premier armeno Nikol Pashinyan, che il mese scorso ha accettato di restituire all’Azerbiagian 4 villaggi occupati dalle forze armene nel 1990: Askipara, Baghanis Ayrum, Gizilhajili e Kheirimly. Si tratta di insediamenti abbandonati negli anni del conflitto, ma che all’epoca dell’Unione Sovietica appartenevano all’Azerbaigian. La decisione di Pashinyan ha scatenato proteste nel Paese, i manifestanti hanno anche bloccato in piu’ punti l’autostrada che collega Armenia e Georgia e diverse altre arterie stradali. Il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha recentemente dichiarato che i due Paesi “non sono mai stati cosi’ vicini alla pace”.
Potrebbe essere la fine di un conflitto pluridecennale che ha vissuto lo scorso settembre un picco di tensione; l’Azerbaigian aveva infatti lanciato una breve operazione militare per liberare dalle truppe armene parte dell’area contesa. Un’offensiva che ha spinto più di 100 mila armeni residenti in zona a lasciare il Nagorno Karabakh e fuggire in Armenia. Un episodio in seguito al quale il governo armeno ha chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia di imporre all’Azerbaigian di ritirare le proprie truppe e permettere il rientro degli armeni che abitano l’area. Lo scorso novembre il tribunale con sede all’Aja ha ordinato all’Azerbaigian di garantire un rientro sicuro per coloro che dall’Armenia volessero tornare alle proprie case e proprieta’. Come ricordato l’intera regione del Nagorno Karabakh e’ sin dal 1989 teatro di scontri esplosi in seguito al collasso dell’Unione Sovietica; un conflitto che ha causato migliaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati. Nel 2020 il conflitto e’ riesploso e andato avanti per settimane fino all’intervento di Mosca, che ha mediato fino alla firma di un accordo che riconosce la legittimità del controllo azero sul territorio conteso. Accordo che l’opinione pubblica e larga parte della politica armena non ha accettato. (AGI)
TUY/RED