Mutui: Fabi, meno cari al Nord, interessi alle stelle al Sud. Confedercontribuenti, questa è l’autonomia differenziata che vuole il Governo. Quotidiano dei contribuenti 1 anno ago Italia divisa in due sul costo dei prestiti per comprare casa: mutui meno cari al Nord e interessi alle stelle nel Mezzogiorno e nelle Isole. Lo sottolinea la Fabi, secondo cui i tassi praticati dalle banche sono più “salati” per le famiglie italiane che vivono in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia: chi risiede in quelle due aree geografiche del Paese, infatti, paga rate mediamente più alte rispetto a chi abita nel resto d’Italia. Nelle Isole, la media dei tassi d’interesse è del 4,23% e nel Mezzogiorno è al 4,18%, contro il 4,10% del dato nazionale. Una penalizzazione – osserva lo studio della Fabi – legata anche ad alcuni fattori di rischio, maggiori in alcuni territori, che si aggiunge a quella che sta colpendo indiscriminatamente tutti gli italiani, costretti a far fronte, negli ultimi 12 mesi, durante i quali il costo del denaro è stato portato, con nove rialzi, dallo zero al 4,25%, ad aumenti vertiginosi delle rate dei mutui. Rispetto alle condizioni di finanziamento esistenti a fine 2021, le famiglie più penalizzate dai ritocchi sui tassi – precisa Fabi – sono concentrate nelle aree del Paese meridionali e centrali (Lazio, Marche, Toscana e Umbria) dove i tassi hanno subìto incrementi più ampi: la variazione più rilevante, fra il 2021 e il 2023, si è registrata nelle regioni del Centro con uno spread di 251 punti e gli interessi arrivati al 4,16% medio, nelle Isole la variazione è stata di 248 punti e al Sud di 247.Le famiglie residenti nelle aree settentrionali godono, invece, di condizioni sui mutui più favorevoli e hanno patito meno, rispetto al resto del Paese, gli effetti della politica monetaria della Banca centrale europea: nel Nord Ovest (Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta) la media dei tassi è pari al 4,09%, con uno spread, rispetto a due anni fa, di 241 punti; nel Nord Est (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto), invece, i tassi medi sono quelli più bassi d’Italia, cioè 3,99%, e l’aumento è pari a 226 punti rispetto al 2021. Il quadro dei tassi mostra alcune differenze, rispetto alle medie, se si analizzano le condizioni praticate dalle banche sulla base della dimensione del finanziamento. Per quanto riguarda la categoria di mutui di importo fino a 125 mila euro – precisa lo studio – i livelli più alti di tassi si riferiscono ai prestiti alle famiglie che risiedono nelle Isole e nelle aree del Nord Est, dove il costo di un mutuo per abitazione ha raggiunto rispettivamente il 4,56% e il 4,51%; in questa fascia la media nazionale è del 4,47% e i tassi sono del 4,46% nel Centro, del 4,45% nel Nord Ovest e del 4,43% nel Sud che, solo per questo tipo di importi, gode di medie più favorevoli. Per la categoria di importo intermedio, compresa tra i 125mila e i 250 mila euro, i tassi hanno toccato la punta del 4,19% nelle zone isolane del Paese, nel Sud e nel Centro del 4,15%, nel Nord Ovest del 4,11% e del 3,95% nel Nord Est, contro un livello del 4,09% a livello nazionale. Infine, le condizioni di prestito per importi superiori a 250 mila euro (media nazionale pari 3,74%) vedono le regioni del Sud e delle isole ancora penalizzate, con un tasso medio del 3,97% e del 3,95%, mentre nel Centro è pari al 3,88%, nel Nord Ovest del 3,70% e nel Nord Est del 3,51%. Questa importante analisi, dimostra afferma Carmelo Finocchiaro, presidente Confedercontribuenti, quanto sia ampio il divario nord Sud anche su questi temi e quanto ancor di piu’ aumenterebbe se si dovesse procedere con l’autonomia differenziata.