Era un legame indissolubile quello tra Michela Murgia, la scrittrice sarda scomparsa giovedì scorso, e la città di Bologna. Un’affinità intellettuale e politica, rafforzata da affetti e amici. In primo luogo, ci sono gli appartenenti a quella che lei definiva ‘la mia famiglia queer’, come Cathy La Torre, l’avvocata impegnata nella lotta alle discriminazioni di genere e di orientamento sessuale, con cui ha steso il suoi testamento. Un lascito non solo pecuniario ma anche spirituale: “Con Michela abbiamo lavorato mesi per una battaglia che è quanto mai urgente: tutelare ogni tipo di famiglia o relazione non tradizionale. Quella che noi chiamiamo ‘famiglia queer’ e che lo Stato non riconosce in alcun modo” ha spiegato all’AGI, La Torre. “Quindi quello che abbiamo fatto – ha detto – è stato non solo dare dignità politica a questa forma di famiglia e relazioni, ma anche dargli una dignità di fronte alla legge e lo abbiamo fatto attraverso un testamento articolato”. “La sua volontà – ha sottolineato – era politica, perché su questo tema si scuotessero le coscienze della politica. Quello che posso affermare con certezza è che si sono scosse milioni di coscienze e che noi continueremo a portare avanti, ognuno con le proprie capacità, il suo lascito”. Restando in Emilia-Romagna, nella ‘famiglia queer’ di Murgia c’è anche la piacentina Chiara Tagliaferri, autrice, insieme alla scrittrice, dei libri ‘Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe’; ‘Morgana’ e ‘L’uomo ricco sono io’.
E poi gli amici: la segretaria del Pd Elly Schlein, con cui aveva legato in modo particolare durante le regionali 2020 corse nella lista Emilia-Romagna Coraggiosa; Marcello Fois, lo scrittore sardo come lei che vive a Bologna e con cui ha realizzato diversi spettacoli teatrali e ancora le amiche scrittrici, la bolognese Caterina Bonvicini e Alessandra Sarchi, di origine reggiana ma che vive a Bologna, con cui condivideva un gruppo whatsapp dal nome scherzoso ‘Patapi’.
L’affetto verso la scrittrice sarda era forte a Bologna anche da parte dei cittadini, che affollavano le sue presentazioni dei libri e le iniziative che la vedevano ospite sempre con grande calore e partecipazione. Come gli appuntamenti dell’Università di Bologna che, tra gli altri incontri, l’aveva invitata al Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica per dialogare con gli studenti di “Eutanasia tra romanzo, medicina e bioetica”, un tema affrontato in maniera inedita nel libro di Murgia “Accabadora” che vinse il Premio Campiello nel 2010 e continua a essere un successo editoriale. Un’opera portata in scena anche sul palco del teatro bolognese Arena del Sole, con l’omonimo spettacolo ‘Accabadora’. E ci sarà una parte del cuore di Bologna anche nell’estremo saluto a Michela Murgia. Oltre alla presenza dei suoi affetti bolognesi, l’arcivescovo e cardinale di Bologna, Matteo Zuppi, presidente della Cei, ha inviato un messaggio a titolo personale che verrà letto oggi durante il funerale della scrittrice a Roma, alle 15 e 30 nella Chiesa degli Artisti. (AGI)
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