Era l’ultimo abitante, il ‘custode’ di Roscigno Vecchia, paese non lontano dal monte Pruno, un borgo ‘fantasma’ perché completamente disabitato da tempo per via delle frane. Giuseppe Spagnuolo, 76 anni, che da quel lembo di case e verde non aveva mai voluto andare via, facendo anche da cicerone a chi per scelta o per caso arrivava in quel luogo nel cuore del Cilento, non c’è più. Conosciuto anche con il nome di ‘Libero’, Spagnuolo, barba lunga bianca e pipa in bocca, era la memoria storica di quei luoghi, e grande narratore del passato.
Roscigno è un Comune che, oggi, ospita poco più di 600 anime. Il suo centro storico, Roscigno Vecchia appunto, iniziò a svuotarsi dopo due ordinanze del Genio civile di inizio Novecento che imponevano ai cittadini di trasferirsi in quella che è la Roscigno nuova. Gli edifici antichi, segnati dal tempo e non più abitati, erano diventati meta del turismo degli amanti dei sentieri, e con la loro fama era crescita quella di Spagnuolo, per la sua disponibilità e competenza a raccontare la storia di un paese divenuto museo contadino a cielo aperto.
Sempre disponibile con chi arrivava al borgo, Spagnuolo era rimasto, di fatto, l’unico abitante dal 2001. In quell’anno, infatti, morì a 85 anni Dorina, l’ultima donna ad aver vissuto a Roscigno Vecchia. Da qualche giorno, l’anziano era ricoverato in ospedale a Salerno, come aveva comunicato la figlia Marilena in un gruppo social a lui dedicato. Il funerale si terrà domani, sabato 20 gennaio alle 15, nella chiesa di San Nicola di Bari a Roscigno.
Il sindaco Pino Palmieri, all’AGI, sottolinea che “adesso è venuto meno il simbolo di Roscigno Vecchia. Lui faceva le sue analisi socioeconomiche e sociopolitiche a tutti i turisti che arrivavano, gli accoglieva, ci valorizzava”. (AGI)
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