Mostre: in Gallerie d’Italia il ‘segno grandioso’ di Velasquez


Un confronto tra il naturalismo sivigliano e quello napoletano della prima metà del ‘600. Gallerie d’Italia a Napoli propone ‘Velázquez. Un segno grandioso’, la prima mostra dedicata all’artista spagnolo a Napoli. Da domani e fino al 14 luglio, sarà possibile ammirare due capolavori di Diego Velázquez, ‘Immacolata Concezione’e ‘San Giovanni Evangelista in Patmos’, provenienti dalla National Gallery di Londra, affiancati da altri due dipinti, contemporanei a quelli del maestro spagnolo, raffiguranti l’Immacolata Concezione, uno di Paolo Finoglio, che in genere è nel convento francescano di San Lorenzo Maggiore a Napoli, e l’altro di Battistello Caracciolo, conservato nella chiesa della Natività della Beata Maria Vergine a Roccadaspide, nel Cilento. Alla National, per il bicentenario del museo britannico, che dal 18 aprile al 21 luglio prossimo propone ‘The Last Caravaggio’, il museo di Intesa Sanpaolo ha prestato Il Martirio di sant’Orsola. L’esposizione dei due Velasquez è un nuovo capitolo della rassegna L’Ospite illustre, curata e promossa da Intesa Sanpaolo, che giunge alla quattordicesima edizione. I due dipinti giovanili del pittore spagnolo, ambientati in un contesto notturno e in cui si nota l’influenza di Caravaggio, conosciuto da Velasquez probabilmente solo da copie, sono esposti nella sala dove è abitualmente il Martirio di sant’Orsola. Accanto ai quadri, la quietanza di pagamento per un lavoro commissionato all’artista spagnolo, che ha riscosso a il compenso a Napoli nell’allora banca di San Giacomo da cui nacque il Banco di Napoli. La presenza del pittore nel capoluogo partenopeo, in un’età diversa da quella in cui ha realizzato le opere in esposizione ora a Gallerie di Italia, è documentata e riguarda due soggiorni: il primo, motivato da ragioni di studio, tra l’estate del 1629 e la fine del 1630; il secondo, più lungo e ufficialmente legato al suo ruolo di soprintendente alle opere d’arte delle residenze reali, tra il gennaio del 1649 e il giugno del 1651. Proprio il primo passaggio napoletano del pittore è attestato da un pagamento di 154 scudi L’eccezionale prestito dei due dipinti giovanili di Velázquez offre lo spunto per una riconsiderazione dei passaggi a Napoli del maestro sivigliano e, più in generale, degli scambi figurativi tra la pittura spagnola e napoletana nella prima metà del Seicento. La mostra sarà accompagnata, spiega Antonio Ernesto Denunzio, vicedirettore Gallerie d’Italia Napoli, da una serie di approfondimento. “Il 5 giugno avremo un incontro di studi con esperti e presenze importanti anche dalla Spagna, dal museo del Prado -spiega – ci sarà anche la direttrice delle collezioni reali spagnole. Abbiamo immaginato itinerari didattici con le scuole, momenti musicali e in collaborazione con lo chef Giuseppe Iannotti parleremo anche di scambi gastronomici-culturali tra Napoli e l’Andalusia”. (AGI)
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