Ci sono i bambini che continuano a giocare vicino alla frontiera con l’Azerbaijan, nonostante poco più in là si continui a sparare. C’è il chiaro-scuro delle chiese cristiano-ortodosse, lo sguardo proteso all’Europa nello sport, negli studi, nella moda e i segni della guerra, antiche iscrizioni in macerie, testimonianza di una cultura millenaria con una sua lingua e un’identità forte ma da sempre osteggiata. C’è tutto questo e tanto altro nelle foto di Patrick Bienert, artista tedesco residente a Parigi. Foto scattate in Armenia tra il 2022 e il 2023 ed esposte, per la prima volta in Italia, nello spazio multidisciplinare In via Cluverio Officina a Palermo nell’ambito della doppia personale “Light Breath and Lines” (“Respiro e linee leggere”) a cura di Josephine Flasseur, ideatrice e direttrice artistica dello spazio espositivo In Via Cluverio Officina. La mostra, visitabile da ieri e fino all’11 gennaio 2025, vede protagonista anche l’artista francese Chloé Vanderstraeten che, per la prima volta in Italia, presenta le sue raffinate sculture di carta, frutto di una ricerca sui linguaggi artistici nella scienza e nelle arti applicate. Indagando sui disegni in medicina e sui cartamodelli, Vanderstraeten ha realizzato alcune opere ispirate agli organi del corpo umano utilizzando una tecnica che mette insieme la precisione del disegno architettonico e l’arte degli origami. Le sue opere sono fatte di carta immacolata e leggerissima, “scolpita” attraverso sapienti pieghe che le fanno assumere una dimensione tridimensionale. Le linee e le luci degli scatti fotografici di Bienert si confrontano così con la leggerezza dell’anima delle creazioni di Vanderstraeten invitando alla riflessione, ad un “respiro” rispetto alla velocità del mondo contemporaneo. “La scelta del titolo, Light Breath and Lines mi è stata suggerita proprio dalle opere e dai sentimenti che evocano”, dice Josephine Flasseur. “L’estetica ha un valore politico – prosegue l’artista e gallerista francese – L’obiettivo di questo spazio è mettere in dialogo l’estetica di artisti contemporanei italiani e francesi in un contesto europeo. Attraverso discipline diverse, Bienert e Vanderstraeten riescono a cogliere anche ciò che non si vede, linee, affanni e necessità della nostra contemporaneità”. “Ho lavorato per molto tempo in Georgia ed è lì che sono venuto a conoscenza della questione armena – racconta Patrick Bienert – un popolo che fatica da sempre ad affermare la propria indipendenza culturale, anche adesso che la questione politica sembra limitata al Nagorno Karabakh perché l’Armenia è indipendente dal 1991. Nella mia ricerca, ho avuto la fortuna di incontrare persone stupende che mi hanno aiutato, ho visitato monasteri e luoghi simbolici, innamorandomi dell’Armenia e della resilienza della sua gente”. Contemporaneamente all’esposizione a In Via Cluverio, Officina le foto di Bienert, raccolto anche in un libro “Armenia” di Edizioni Louis Vuitton, saranno esposte alla Galleria Nazionale di Yerevan, creando un ponte ideale tra Palermo e la capitale dell’Armenia.
“Sono davvero felice di essere a Palermo, e di presentare qui, per la prima volta in Italia, il mio lavoro – dice Vanderstraeten – L’ispirazione di questi lavori mi è nata dai disegni tecnici: l’architettura utopica del XIX secolo e i disegni tecnici dell’ambito medico. Mi interessava esplorare espressioni marginali nella storia dell’arte come i disegni di medicina. Sono partita da questo ed ho provato a dare corpo a quei disegni con opere tridimensionali”. Completano l’esposizione, alcune opere di Gabriel Levie che realizzerà una residenza di tre settimane In via Cluverio, Officina tra la fine di novembre e dicembre. La sua presenza all’interno della mostra Light breath and lines sarà “sulle punte”, “sui piedi” e “sulle mani”, in latex, con creazioni che emergeranno qua e là dal terreno e dalle pareti, fino ad una positiva contaminazione dei locali all’interno della mostra Elementi plastici che evidenziano dettagli architettonici come tanti punti di riferimento e segni a delimitare la scena che verrà: un gioco, movimenti del corpo, una coreografia, che si impossessa dello spazio e lo trasforma in una sala per spettacoli dal vivo. Il risultato della residenza sarà presentato nel corso di una performance dell’artista il 12 dicembre alle ore 19. (AGI)