Dopo un intervento di accurato restauro e un’intensa attività di studio, effettuata anche attraverso indagini diagnostiche, viene esposto in mostra un grande capolavoro di Caravaggio, la prima versione della famosa composizione raffigurante ‘La presa di Cristo’. L’esposizione, a cura di Francesco Petrucci e don Gianni Citro, presidente della Fondazione Meeting del Mare Crea, sarà ospitata nelle sale di Palazzo Ricca, storica sede della Fondazione Banco di Napoli, in via dei Tribunali, dal 2 marzo al 16 giugno prossimo.
L’opera arriva a Napoli dopo l’esposizione negli spazi di Palazzo Chigi ad Ariccia (Roma), dove ha avuto grande successo di pubblico e critica, con oltre 25.000 visitatori. ‘La presa di Cristo’ è il più importante ritrovamento di opere di Michelangelo da Merisi degli ultimi decenni per la complessità della composizione e per i contenuti spirituali che esprime.
“Con la mostra che si inaugura, la Fondazione ha inteso rafforzare la propria presenza nel mondo dell’arte, dove è in vario modo attiva, conformemente ai propri compiti di sostegno di questa alta forma della creatività umana”, sottolinea Orazio Abbamonte, presidente Fondazione Banco Napoli.
Il dipinto attribuito al grande pittore lombardo è stato esposto al pubblico negli ultimi settanta anni una sola altra volta, e la Fondazione ha voluto “tributare un ulteriore riconoscimento a un autore che in città ha lavorato e vissuto, lasciando a testimonianza importantissime tele, ma ha anche voluto porre a disposizione dei napoletani e di quanti desiderano osservare la tela, un’opera di finissima fattura, capace di suscitare sensazioni intensissime e pensieri sulla natura umana al cospetto di quella divina che poche altre pagine artistiche sono riuscite a descrivere”, aggiunge Abbamonte.
La mostra è allestita nel piano nobile di Palazzo Ricca, nelle eleganti sale barocche con volte affrescate da Giacinto Diana. L’accesso principale alla mostra è quello dello scalone monumentale del Palazzo, notevole architettura rinascimentale in pietra lavica scolpita, con accesso per diversamente abili attraverso ascensore. L’allestimento impegna cinque sale dell’appartamento nobile e prevede un percorso di entrata e di uscita, includendo la possibilità di visitare il Museo del Cartastorie e le installazioni narranti. Il visitatore avrà l’opportunità, non solo di ammirare l’opera, ma anche di conoscere e ripercorrere la vicenda napoletana del primo soggiorno del pittore lombardo presente nella documentazione degli antichi banchi pubblici napoletani, che viene proposta attraverso un’immersione in uno spazio dedicato del museo ilCartastorie, dove sono custoditi tre importanti documenti: la committenza del mercante Nicolò Radolovich al maestro per una pala d’altare, datato 6 ottobre 1606, prima testimonianza certa della presenza a Napoli del Caravaggio in fuga da Roma; il pagamento per la realizzazione dell’opera più rappresentativa del soggiorno napoletano, Sette opere di Misericordia, datato 9 gennaio 1607; un documento dell’11 maggio 1607 riferito alla Flagellazione, un tempo nella chiesa napoletana di San Domenico Maggiore, oggi al Museo Diocesano – Complesso Monumentale Donnaregina. (AGI)
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