Mostra su De Chirico nel centenario del Surrealismo


di Alfio Chiarello

All'Accorsi Ometto di Torino le atmosfere fantastiche e i dipinti classicistici del caposcuola della
pittura metafisica. Carteggio e testimonianze fotografiche del tormentato rapporto con Paul Eluard,
fondatore del surrealismo

Ancora pochi giorni e il museo torinese Accorsi Ometto tornerà ad accogliere gli appassionati di
pittura e di storia dell'arte con la mostra su Giorgio De Chirico, nel centesimo anniversario della
fondazione del surrealismo. La collezione di opere allestita nell'elegante palazzo di Via Po, a pochi
passi da Piazza Vittorio, si concentra sull’arco temporale che va dal 1921 al 1928, e intende
evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo.
I visitatori troveranno in mostra una ricca selezione di opere realizzate durante la permanenza del
pittore in Italia tra Roma e Firenze (1921- 1925), e nel corso del suo secondo soggiorno parigino
(1925 – 1928). In questo arco di tempo, De Chirico realizzò un'importante produzione di opere
innovative, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei,
Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928), tutte
presenti nella mostra.
L'esposizione offre peraltro una testimonianza puntuale dell'evoluzione pittorica dell'artista,
dall'accostamento al Classicismo avvenuto a partire dal 1919 (Lucrezia del 1921 circa, Autoritratto
con la madre del 1922, e dall’altro Autoritratto del 1925), alla sperimentazione metafisica degli anni
Dieci, illustrata, da Natura morta con cocomero e corazza (1922), Natura morta con aragosta e calco
(1922), La mia camera nell’Olimpo (1927), opere caratterizzate da un’atmosfera fantastica e
dall'apparire, uno accanto all’altro, di oggetti accostati in maniera (apparentemente) casuale. Tipica
di questa stagione, la presenza di elementi che richiamano figure antiche.
La mostra di Torino espone oltre settanta opere, di cui una cinquantina di dipinti e opere su carta di
Giorgio de Chirico, oltre a una ventina di ritratti degli artisti, poeti e scrittori surrealisti, fotografati
da Man Ray e Lee Miller, tutte provenienti da collezioni private o da importanti musei.
Di sicuro interesse il carteggio fra il pittore e analizzare il suo complicato rapporto con André
Breton, fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala. Breton
scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta  Guillaume Apollinaire
Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere.
Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi e
avviarono un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man
Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione
del manifesto di Breton.
Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni
professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel
1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era
‘morto’ artisticamente nel 1918.
Il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in
cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico,
quella de Le muse inquietanti del 1918, sarà inoltre esposto per la prima volta grazie al prestito
della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi.
La mostra aprirà i battenti l'8 novembre e resterà aperta fino al 2 marzo dell'anno prossimo.
Il museo Accorsi-Ometto ha già ospitato nella sua ormai consolidata tradizione opere di De Chirico, nell’ambito della mostra Parigi era viva nel 2021.