Montagna: domani Giornata Cai e Soccorso alpino contro incidenti

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Domani sarà la 25a edizione della giornata nazionale dedicata alla prevenzione degli incidenti tipici della stagione invernale in montagna, giornata organizzata dal Club Alpino Italiano e dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. L’evento diffuso si svolgerà in oltre 30 località alpine e appenniniche di 14 regioni. E cambia nome: non più “Sicuri con la Neve”, ma “Sicuri in Montagna d’inverno”, per evidenziare la maggiore complessità e variabilità degli incidenti che sono anche conseguenza dei cambiamenti ambientali invernali e dell’aumento delle attività praticate.
Gli esperti del Soccorso Alpino e del CAI, oltre alla prevenzione dei pericoli rappresentati dalle valanghe, dedicheranno una crescente attenzione ad altre criticità: la difficoltà di valutazione delle condizioni della montagna in chiave invernale, l’ipotermia, le scivolate su neve e ghiaccio e gli incidenti sulle cascate di ghiaccio. Parlare di prevenzione è infatti importante anche quando la neve scarseggia, per accrescere la consapevolezza dei rischi e dei limiti personali nella frequentazione dell’ambiente montano. E dunque, in prossimità dei punti di partenza dei principali percorsi escursionistici e scialpinistici delle 30 località alpine e appenniniche delle 14 regioni interessate, saranno allestiti stand e campi neve per sensibilizzare i frequentatori sull’importanza di valutare attentamente, in vista dell’uscita, le proprie capacità, i propri limiti e l’equipaggiamento che si intende portare con sé, senza dimenticare la consultazione dei bollettini meteo. Non mancheranno, come gli altri anni, le dimostrazioni di ricerca e soccorso a persone travolte da valanga. “In 25 anni abbiamo notato il cambiamento delle attività praticate in montagna durante la stagione fredda: venticinque anni fa, ad esempio, i ciaspolatori erano pochi, mentre oggi numericamente battono di gran lunga gli scialpinisti dimostrando, purtroppo, una preparazione mediamente assai più modesta”, afferma Elio Guastalli, responsabile del progetto ‘Sicuri in Montagna’. Questo aspetto, sommato all’aumento dei frequentatori della montagna, osservato specialmente dopo la pandemia, “accresce la necessità – aggiunge Guastalli – di fare informazione per un approccio sempre più consapevole e responsabile”. Guastalli si sofferma anche sulle conseguenze della crisi climatica, che rendono sempre più difficile la valutazione obiettiva delle condizioni della montagna: “Ne è prova, ad esempio, che molte persone, anche esperte, ammettono la propria incapacità di resistere al fascino delle prime nevi, seppur queste si siano depositate con evidenti fattori di alta criticità. La diffusione degli strumenti e delle attrezzature di autoprotezione in neve fresca, come ARTVa, sonda e pala, è un dato confortante, ma ancora non basta per una ragionevole sicurezza in ambiente innevato”. (AGI)
RMU/ADV


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