“L’esercito rivoluzionario ha promulgato sentenza definitiva di morte”: così iniziava il commento minatorio, poi eliminato, rivolto a due politici in Calabria definiti “diarchi fascisti”. Uno dei due è anche un ex deputato. I commenti, postati a fine 2023, riguardavano video su YouTube e contenevano anche allarmanti particolari della vita privata dei due politici. Di qui la denuncia ai Carabinieri della stazione di Gioia Tauro che sono risaliti all’autore, un italiano residente in Trentino-Alto Adige. L’uomo è stato denunciato e dalle indagini è emerso che non sarebbe collegato ad ambienti eversivi.
I militari hanno indagato per individuare i possibili autori delle minacce ai due politici, uno dei quali ha un canale YouTube molto popolare. Tra i nickname usati c’era anche la sigla “KGB” nel nome. “Sappiamo dove abiti, cosa mangi, a che ora hai preso il treno”, “sarà eseguita la sentenza di morte da parte del plotone di esecuzione proletario”, era il tenore di alcuni commenti subito rimossi dagli autori, evidentemente più lenti dei Carabinieri che, da subito, li avevano individuati.
In alcuni commenti, alle minacce presenti, veniva aggiunta la firma “BR – PCC”, chiaramente riconducibile alle “Brigate Rosse, Partito Comunista Combattente” o quella delle “NBR” (Nuove Brigate Rosse), particolarmente evocatrice di anni che hanno visto cadere, anche in tempi più recenti, alcuni servitori dello Stato.
Le due vittime, sono entrambe politicamente attive: una, oltre all’impegno politico cura, tra l’altro, un canale “youtube” particolarmente seguito. Il fatto che venissero citati luoghi specifici dove effettivamente le vittime vivevano o erano temporaneamente transitate, aveva indotto gli investigatori a non sottovalutare assolutamente il contenuto dei messaggi, attivando da subito ogni pista investigativa.
Le indagini successive, hanno fatto ritenere opportuno il coinvolgimento del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, che ha condotto tutti gli approfondimenti necessari, grazie all’altissima specializzazione del proprio personale. Con l’aiuto di tali specialisti, si è potuto individuare, in maniera univoca, la persona che si celava dietro ai commenti minatori.
Fortunatamente, gli accertamenti effettuati, hanno permesso di escludere, con ragionevole certezza, ogni collegamento con ambienti dell’eversione. (AGI)