MICHELANGELO E LA BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA DI FIRENZE


 

Di  Maria Giulia Parrinelli

 

Costruita sotto il patrocinio di Papa Clemente VII della famiglia Medici la Biblioteca Medicea Laurenziana è una biblioteca pubblica statale progetta da Michelangelo nel XVI secolo. È situata nel monastero della Basilica di San Lorenzo a Firenze contiene oltre 11.000 manoscritti e 4.500 primi libri stampati per sottolineare che i Medici non erano più mercanti, ma membri della società colta ed ecclesiastica.

La biblioteca contiene numerosi manoscritti unici come il Codex Firenze, la principale fonte della vita azteca prima della conquista, il Codex Amiatinus che contiene il più antico manoscritto sopravvissuto della Bibbia latina Vulgata, il Codex Squarcialupi, un importante manoscritto musicale antico e moltissimi altri.

La storia

Il cardinale Giulio de Medici espresse l’intenzione di costruire una vera e propria Biblioteca Laurenziana già nel 1519. Divenuto poi Papa nel novembre 1523 con il nome di Clemente VII, Giulio de Medici consultò Michelangelo nel dicembre di quell’anno a cui affidò il progetto. L’intenzione era di costruire una biblioteca latina e una greca, due piccole sale di studio adiacenti alla sala di lettura ed una cappella. Uno schizzo di quest’ultimo mostra un piano per una stanza rettangolare coperta da una volta ovale. Il progetto di Michelangelo, la cui pianta triangolare sembra essere stata imposta dai confini del sito, fu presentato il 10 novembre 1525.

La costruzione iniziò nel 1525, tuttavia, quando Michelangelo lasciò Firenze nel 1534 alla morte di suo padre e di Clemente VII, solo le pareti della sala di lettura erano completate. Michelangelo continuò a supervisionare con riluttanza i lavori della Biblioteca da Roma, inviando istruzioni, modelli e disegni attraverso vari artisti fiorentini che erano presenti sul posto, tra cui Niccolò Tribolo, Giorgio Vasari e Bartolomeo Ammannati. Nel 1558 Michelangelo fornì il modello in creta della scala, che aveva progettato in legno, ma che fu invece realizzata in pietra serena su richiesta di Cosimo I di Toscana. La costruzione fu lentamente completata negli anni seguenti ed aperta al pubblico nel 1571.

Il nome Biblioteca Laurenziana deriva da Lorenzo il Magnifico, che aumentò la collezione dopo la sua creazione da parte del nonno Cosimo de Medici. Ha avuto origine nella collezione privata dei Medici, in opposizione alla biblioteca pubblica medicea, che fu creata da Niccolò Niccoli e aperta nel convento di San Marco nel XV secolo sotto la responsabilità di Cosimo il Vecchio.

Architettura

La Biblioteca Laurenziana incorpora parti eseguite da Michelangelo in persona mentre altre costruite molto più tardi interpretando le sue istruzioni. Si tratta di una delle maggiori opere in architettura dell’artista fiorentino, importante anche per le decorazioni e gli arredi interni, giunti fino a noi in buone condizioni di cui Michelangelo fornì disegni e indicazioni. La biblioteca è spesso indicata come un modello del manierismo in architettura rivendicando la libertà linguistica rispetto l’esaltazione degli ordini e delle regole compositive classiche.

L’inizio della costruzione

I primi progetti per la Biblioteca Laurenziana di Michelangelo erano così grandiosi che il convento e la piazza adiacente avrebbero dovuto essere quasi completamente distrutti e ricostruiti. Seguendo le istruzioni di Clemente VII, nel 1524, i progetti furono ridimensionati. Michelangelo seguì personalmente il cantiere tra il 1524 e il 1534, con un’interruzione dovuta al periodo repubblicano e per la prima volta l’artista toscano si approcciò alla decorazione e strutturazione interna.

I lavori inizialmente procedettero rapidamente. Già nel 1525 la sala di lettura ricevette il suo tetto ma a partire dall’estate 1526 i fondi si ridussero e il ritmo dei lavori rallentò. Nell’aprile 1527, nonostante le difficoltà finanziarie, anche il vestibolo fu coperto. Successivamente tutto si fermo fino al 1530, dopo il ritorno dei Medici a Firenze. La continuazione del lavoro fu affidata nuovamente a Michelangelo che però il 1534 partì per Roma. Cosimo I si assicurò la continuazione dell’opera. I lavori proseguirono lentamente e non prima del 1540 il soffitto e il pavimento della sala di lettura furono completati. Nel 1559, Ammannati costruì la scala che porta dal vestibolo alla sala di lettura.

La biblioteca fu inaugurata nel 1571, con materiali di costruzione che ancora ingombravano il vestibolo.

La conservazione dei progetti

Un gran numero di progetti si è conservato, come per esempio documenti che vanno da studi di composizioni e dettagli o disegni tecnici in scala 1:1 per le finestre della sala di lettura e a modelli per gli scalpellini. Sono presenti anche disegni accurati di alcune cornici di porte e finestre, con effetti di luce e ombra che furono inviati al papa per l’approvazione. È giunto fino a noi anche lo scambio di lettere tra Michelangelo e Giovanni Francesco Fattucci, suo uomo di fiducia.

Vestibolo

Il vestibolo è uno spazio quadrato, quasi interamente occupato dalla scala monumentale, disposta nello spazio come una scultura.

Michelangelo, pur fornendo i progetti, non era presente durante la costruzione di questa parte della Biblioteca Laurenziana. Misura 10,5 metri di lato e 14,6 metri di altezza ed è costruita sopra i quartieri monastici esistenti nella parte orientale del chiostro, con un ingresso al livello superiore di esso.

Originariamente, Michelangelo aveva progettato di mantenere il soffitto dell’edificio più basso, uniforme con la sala di lettura, e di fornire l’illuminazione attraverso lucernari nel tetto. Però, a causa della difficoltà di aprire finestre nel muro, Clemente VII insistette che nessuna luce doveva entrare attraverso il soffitto perché pensava che avrebbe causato perdite attraverso il tetto. Michelangelo dovette così alzare il soffitto allungando i muri aprendo così finestre che garantissero l’entrata della luce dall’alto.

Scelse finestre affusolate, incorniciate in pietra serena, sormontate da frontoni triangolari o segmentali e separate da colonne binate incassate nel muro. È forse a causa della riprogettazione che la parte superiore delle pareti del vestibolo rimasero incompiuta fino all’inizio del XX secolo. Durante questo periodo è stato completato anche il lavoro sulla facciata esterna.

Il soffitto, per il quale Ammannati stava ancora aspettando i disegni di Michelangelo nel 1559, è rimasto con le capriate a vista.

Parte superiore

Linee verticali e linee orizzontali

L’uso degli elementi architettonici è un po’ insolito, come le coppie di colonne collocate in nicchie e appena sporgenti dalle pareti. Queste colonne sono destinate a sostenere il tetto e accompagnano i sottili contrafforti. Riescono ad alleggerire la massa della muratura permettendo una maggiore elevazione. Le pareti interne sono concepite come l’architettura esterna.

Le linee verticali formate dalle colonne insieme alle staffe di supporto e ai pilastri del livello superiore enfatizzano la forma della stanza e creano un contrasto con la sala di lettura, che è dominata da linee orizzontali.

Materiali

Le strutture sono fatte di pietra mentre l’intonaco bianco fa risaltare il grigio delle doppie colonne, i timpani triangolari e le cornici, riproponendo una combinazione tipica dell’architettura fiorentina dai tempi di Filippo Brunelleschi.

Scala

La forma della scala della Biblioteca Laurenziana era molto diversa nella prima fase di progettazione. Originariamente nel 1524 Michelangelo avevo progettato due rampe di scale collocate contro le pareti laterali che andavano poi a formarne una centrale di fronte alla porta della sala di lettura. Nel corso degli anni sia Niccolò Tribolo che Giorgio Vasari che Bartolomeo Ammannati non riuscirono a costruire secondo il primo progetto di Michelangelo. Questo allora inviò un nuovo modello in argilla modificando leggermente il progetto iniziale. Ammannati, così, costruì la scalinata. Cosimo I di Toscana spinse per realizzare la scala in pietra serena così da uniformarla ad altri elementi del vestibolo e non in legno di noce secondo il progetto di Michelangelo.

I monumentali gradini centrali elllittici, sono un’invenzione originale di Michelangelo. Questa particolare linea curva fu usata anche nelle tombe dei Medici nella Sagrestia Nuova e negli archi del ponte di Santa Trinità.

La scala è composta da una parte centrale dove domina la curva e da altre due entrate laterali con gradini quadrati. Le linee rette ricalcano perfettamente lo stile rinascimentale ma le linee curve rendono la scala una anticipazione dello stile barocco che di lì a poco sarebbe dilagato in Europa.

Sala di lettura

La sala di lettura contrasta con il vestibolo nelle sue proporzioni ampie ed espanse. L’artista toscano ha progettato sia lo spazio, un lungo e ampio corridoio con panche di legno ma anche il soffitto e le stesse panche.

A differenza di altre famose biblioteche dell’epoca, Michelangelo ha deciso di non dividere in navate la biblioteca Laurenziana. Le stanze sottostanti non avrebbero avuto sufficiente forza per sostenere il peso delle colonne. La costruzione di contrafforti sulle pareti esterne assicurò un maggiore sostegno. Le pareti appaiono così segnate da sezioni regolari, costituite da pilastri di pietra con capitelli dorici e finestre con mensole sotto l’architrave. Il modulo si ripete muovendosi lungo la parete e l’effetto è accentuato dal disegno regolare del soffitto a cassettoni e dal pavimento in cotto e marmo.

Pavimento

Attualmente parte del pavimento è in parquet. Nasconde una serie di pannelli rettangolari in terracotta rossa e bianca che se visti in sequenza mostravano i principi di base della geometria. Si pensa che siano stati disposti in modo da essere visibili sotto i mobili originali. Questi, però, sono stati successivamente modificati per aumentare il numero di banchi di lettura nella stanza.

Soffitto

Giovanni Battista del Tasso ha scolpito il soffitto in legno di tiglio seguendo i disegni di Michelangelo. Terminò i lavori poco prima del 1550. I pannelli mostrano le insegne di Cosimo I di Toscana ma anche coppie di delfini, ovali con festoni e teschi di stambecco.

Vetrate

Giorgio Vasari realizzò i disegni delle vetrate, realizzate poi da artigiani fiamminghi. Erano presenti l’araldica medicea circondata da grottesche, armi ed emblemi.

Sala dei libri rari

Michelangelo progettò per la biblioteca Laurenziana anche una sala per i libri rari. Questa stanza mai realizzata, doveva essere di forma triangolare in fondo alla sala di lettura.

 

 

Fonte: villegiardini.it/