Milano, 7 ott. – I mercati riprendono vigore, dopo che i dati esplosivi sul mercato del lavoro della scorsa ottava negli Stati Uniti hanno dissipato i timori di una recessione e spinto a ridurre drasticamente le scommesse sui tagli dei tassi. Le Borse asiatiche sono in rialzo, anche grazie all’annuncio di ulteriori misure di stimolo in arrivo da parte di Pechino e i rendimenti dei titoli del Tesoro Usa a breve termine sono aumentati dopo che l’economia americana alla fine della scorsa settimana ha inaspettatamente creato il maggior numero di posti di lavoro da sei mesi a questa parte. Inoltre i prezzi del petrolio sono scesi rispetto al picco registrato in un mese, nonostante Israele abbia intensificato i bombardamenti in Libano e nella Striscia di Gaza. A preoccupare i mercati, come dimostrano il rafforzamento del dollaro e i future a Wall Street e in Europa, entrambi in leggero calo, è l’escalation del conflitto in Medio Oriente, dove l’attenzione degli operatori si focalizzerà questa settimana su quale sarà e quando giungerà la risposta di Israele all’attacco iraniano. Il rally del dollaro e l’indebolimento dello yen, sceso brevemente a 149,10, il minimo dal 16 agosto, dopo aver perso oltre il 4% la scorsa ottava, il suo più grande calo percentuale settimanale dall’inizio del 2009, sono anche legati alla prospettiva che la Fed abbia definitivamente rinunciato a un nuovo taglio dei tassi dello 0,50% a novembre e punti su una sforbiciata di 25 punti base il prossimo mese e su un’altra simile a dicembre. “Il mercato – spiega Vincenzo Bova, strategist di Mps – ora prezza 25 punti base a ognuna della prossime 4 riunioni e cioè 100 punti base di qui a marzo”. (AGI)