di Danilo Di Matteo
Un discorso di fine anno luminoso quello del presidente Sergio Mattarella. L’esordio è affidato alla sottolineatura della centralità, nelle nostre vite, dell’aspetto relazionale. E per relazionarsi in maniera feconda ingrediente essenziale è la fiducia. Su ciò insisteva anche il presidente Giorgio Napolitano. Non vi può essere convivenza tra diversi senza fiducia.
È su di essa che viaggia la speranza. Compresa la speranza nutrita dal dolore di chi orienta la propria sofferenza verso il bene degli altri e delle altre.
La guerra, per contro, è la negazione della speranza. E l’ostinazione per la pace è il volto più autentico della libertà, del diritto, della democrazia. Per una pace giusta, non per la sopraffazione a opera dei prepotenti.
E la bimba di Gaza morta assiderata a Natale ci richiami alla responsabilità e all’umanità, a una convivenza dignitosa. Dignità innanzitutto per le bambine e i bambini. E le donne, ecco l’augurio conclusivo, non siano più vittime; se ne accolga e valorizzi piuttosto il contributo formidabile alla civiltà.
Grazie, presidente!