Mattarella: la guerra non ha limiti di barbarie, costruire la pace


Il Capo dello Stato partecipa nella piazza di Cassino alla cerimonia che ricorda la lunga battaglia che fiaccò la linea Gustav e aprì la strada per Roma agli Alleati, mentre ai confini dell’Europa continuano i bombardamenti

AGI – “La guerra non sa arrestarsi sulla soglia della barbarie”. Sono passati 80 anni dalla distruzione di Cassino il 15 marzo 1944, un mese prima gli Alleati avevano bombardato l’abbazia decimando monaci e famiglie sfollate. Sergio Mattarella ricorda quel massacro mentre ai confini dell’Europa continuano i bombardamenti, in un succedersi di “mesi e anni amari”. Dall’Ucraina al Medio oriente i conflitti si moltiplicano, la spirale di tensione non si disinnesca ma sembra impazzire. Una tensione che porta anche Emmanuel Macron a parlare di impegno diretto a sostegno dell’Ucraina. Voce isolata certo, anche il governo italiano a cui il Quirinale si rifà ha già preso le distanze, ma segno di un nervosismo palpabile.
Mattarella mostra di nuovo la sua preoccupazione, non recede dalla linea di aiuto a Kiev, ovviamente, ma richiama il ruolo dell’Italia e dell’Europa: “costruire ponti di dialogo” e di pace perchè cessi “ovunque il fuoco delle armi”. Non un pacifismo acritico, ovviamente, non una resa alla ragione del più forte, ma basato sulla lettera della Costituzione, sul ripudio della guerra come strumento di controversie tra Paesi.
Il capo dello Stato partecipa nella piazza di Cassino alla cerimonia che ricorda la lunga battaglia che fiaccò la linea Gustav e aprì la strada per Roma agli Alleati. Una pagina di storia su cui molto si è discusso, perchè a fronte di un obiettivo condiviso, la liberazione, alcuni errori tattici e un eccesso nell’offensiva alleata provocarono 200.000 morti di cui moltissimi civili inermi. Il Presidente ricorda anche Coventry, rasa al suolo dai tedeschi nel 1940 in un attacco offensivo, e Dresda, cancellata dagli alleati nel 1945 per porre fine alla follia nazista.
Esempi drammatici di come la guerra non abbia remore a superare il confine tra umanità e barbarie, nè quando si combatte dalla parte del torto nè quando si combatte dalla parte della ragione. Nè allora in Europa, nè ora in Ucraina e a Gaza.
Mattarella rende omaggio alla memoria delle vittime e anche a quell'”eroismo silenzioso nel tempo della sofferenza, e alla sua orgogliosa volontà di far riprendere la vita” per ricostruire l’abbazia e la città che fu “martire” ma anche “protagonista di questa risalita dall’abisso”.
Allora “la strada della libertà” fu segnata “dal sacrificio e dal coraggio degli uomini che combatterono coraggiosamente prendendo parte alla lotta di Liberazione”. E proprio da allora “quello che l’Italia ha compiuto in Europa è un cammino straordinario di pace e di solidarietà, abbracciando i valori dell’unità del nostro popolo, della democrazia, dell’uguaglianza, della giustizia sociale. Valori che gli italiani vollero consacrati con la scelta della Repubblica e con la Costituzione”.
E proprio nella nostra Carta c’è una “affermazione solenne, tra le altre: il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali”. Si tratta delle “ragioni, delle premesse del ruolo e delle posizioni del nostro Paese nella comunità internazionale: costruire ponti di dialogo, di collaborazione con le altre nazioni, nel rispetto di ciascun popolo”. Un ponte non neutrale, che sa valutare i torti di chi aggredisce e le ragioni di chi è aggredito, che lavora per una pace giusta e non per una resa al sopruso del più forte dunque.
Il Capo dello Stato parla di “anni amari”, torna con angoscia alle immagini di Kiev e di Gaza, dove “guerre terribili stanno spargendo altro sangue”. “Bisogna interrompere il ciclo drammatico di terrorismo, di violenza, di sopraffazione, che si autoalimenta e che vorrebbe perpetuarsi. Questo è l’impegno della Repubblica Italiana” scandisce Mattarella.
Per il quale “far memoria di una tragedia come quella di Cassino è anche un richiamo a far cessare, ovunque, il fuoco delle armi”: “riaprire una speranza di pace”, e cioè lavorare attivamente per il ripristino “del diritto violato in sede internazionale” e “della dignità riconosciuta a ogni comunità”. Mentre la Ue “deve assumersi un ruolo permanente nella costruzione di una pace fondata sulla dignità e sulla libertà”.
Dunque Cassino esprime un ricordo doloroso “ma è anche un monito a non dimenticare mai le conseguenze dell’odio, del cinismo, della volontà di potenza che si manifesta a più riprese nel mondo”. Una lezione da tenere “sempre viva”, afferma Mattarella.
Che poche ore dopo la visita alla città martire deve nuovamente intervenire per esprimere solidarietà al direttore di Repubblica Maurizio Molinari, cui i collettivi studenteschi hanno impedito di partecipare a un incontro alla Federico II a Napoli. “Quel che vi è da bandire dalle Università è l’intolleranza, perchè con l’Università è incompatibile chi pretende di imporre le proprie idee impedendo che possa manifestarle chi la pensa diversamente” scrive il Presidente, per cercare di svelenire un clima di tensione, effetto collaterale dei conflitti in corso, che rischia di imbarbarire il dibattito pubblico anche in Italia.